STORIA DI UN FILM IGNORATO: NOCTURAMA

È il 2016 quando il regista francese Bertrand Bonello sforna la sua ultima fatica, Nocturama. Rifiutato al Festival di Cannes, bistrattato a Venezia e, infine, tenuto nascosto alla Festa del Cinema di Roma, il film è evidentemente riuscito nell’intento di farsi portatore di tematiche tanto controverse da valergli questo becero trattamento, venendo condannato ad una (momentanea) invisibilità agli occhi della critica e del grande pubblico.

Il film, ora disponibile sulla piattaforma Netflix, scomoda bruscamente questioni ancora delicate come quella del terrorismo, dell’anarchia, della ribellione, del disagio e della paura: un calderone che accoglie dentro di sé ingredienti incandescenti, impossibili da maneggiare senza scottarsi…

La sinossi è molto semplice: un pugno di giovani ragazzi, di strato sociale ed etnia eterogenei, si coordina per piazzare degli esplosivi in alcuni punti strategici della città di Parigi di importanza sociale, politica o economica; dopo la detonazione il gruppo si radunerà in un grosso centro commerciale, passandovi la notte e attendendo l’acquietarsi della situazione, prima di tornare a casa dalle proprie famiglie.

Una godibile semplicità di fondo, una regia pulita e una storia facile e lineare sono le armi impugnate dal regista per rendere la visione il più scorrevole possibile, senza tuttavia dimenticare di strizzare l’occhio a chi, nel suo lavoro, stesse cercando delle pieghe più profonde. Credo che sia possibile suddividere l’analisi di Nocturama in almeno tre sessioni distinte: i ragazzi, le bombe, il centro commerciale.

I ragazzi. Giovani e senza speranze per il futuro, triturati da una società che sembra non vederli ed ignorati dalla generazione precedente alla loro, decidono di reagire con la forza orchestrando un vero e proprio atto sovversivo, un attacco brutale alla città parigina con lo scopo di inquinare, attraverso la loro rabbia repressa, i simboli del potere di un sistema che non vuole trovare spazio per la loro esistenza. Sebbene queste siano le premesse, il vuoto delle loro vite intacca e riempie di nulla anche le loro ideologie, o la coesione stessa del gruppo: i protagonisti sono essenzialmente ragazzi soli e abbandonati che, non riuscendo ad aiutarsi l’un l’altro, mancano perfino di avere una linea chiara di intenti comuni. Non diversamente da dei bambini, non riescono a comprendere la gravità delle proprie azioni, suscitando così in più momenti la compassione dello spettatore.

Le bombe. Intese come il mezzo per mettere in atto l’attacco sovversivo, offrono il fondamentale punto di partenza per una breve discussione sulla censura che ha inizialmente tenuto nascosto Nocturama. In una fase storica come questa, in cui è diventato tristemente comune venire a conoscenza di atti terroristici scoppiati nel mondo, è probabile che lo scopo ultimo del film sia stato terribilmente frainteso o, ancor peggio, ignorato, preferendo una facile condanna che ponesse il sigillo del silenzio tanto alla pellicola quanto al regista, il cui scopo di certo non era lo stimolo alla violenza. Bonello mostra una gioventù povera, in senso propriamente etico e ideologico; senza futuro, senza speranza e senza un’autentica coesione. A questi ragazzi non resta che ringhiare e attaccare alla cieca un nemico tanto impossibile da sconfiggere, quanto da identificare: la generazione dei loro padri forse, inarrivabile e insensibile, oppure lo Stato, o l’alienazione e il logorio della vita moderna… tutto e niente diventa il loro bersaglio. Così la critica del regista non cade solamente sulla gioventù odierna, ma anche sugli impalpabili e inattaccabili nemici prima elencati: un groviglio di potere e disinteresse che non si cura di offrire un posto e uno scopo alle nuove generazioni.

Il centro commerciale. Con una chiara citazione alla stupenda pellicola di Romero, “Dawn of the Dead”, il film si conclude nell’enorme spazio di un lussuoso centro commerciale, un labirinto di soldi, colori sgargianti, abiti firmati, gioielli, scarpe, fucili giocattolo, veicoli, televisori, divani: un luogo completamente fuori dal mondo che però rischia di diventare la tomba per il gruppo di sovversivi. È proprio all’interno di questo spazio che gli ideali e l’unione dei ragazzi vengono a sgretolarsi, portando a galla tanto il particolarismo delle loro emozioni ed intenzioni, quanto la loro sostanziale incapacità di rifiutare quel mondo fatto di luci, denaro e false promesse che millantavano di voler veder bruciare.

FONTI                                       CREDITS

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