Paolo Icaro dedicherà la sua ultima opera alla Statale di Milano

L’università degli Studi di Milano per la terza edizione della Statale Arte ha dedicato il cortile della Ca’ Granda all’artista contemporaneo Paolo Icaro.

Icaro, oggi di fama internazionale, nacque nel 1936 a Torino. Nei suoi anni di produzione si spostò molto sul territorio nazionale e vinse il premio della III Biennale d’Arte della Ceramica di Gubbio nel 1964, vedendo così riconosciuta la sua attività di scultore sviluppatasi grazie a una prima frequentazione giovanile di botteghe. Nel 1968 fece il suo primo viaggio oltreoceano giungendo a New York e soli quattro anni dopo decise di trasferirsi nel Connecticut dove lavorò fino al 1981.

Nel progetto per la Statale Arte, ”Un Prato in Quattro Tempi”, la materia da scolpire sarà la Terra che nella concezione dell’artista è parte fondamentale della vita di ognuno di noi, a cui tutti gli uomini devono far ritorno per conoscersi. L’artista, accompagnato da vari studenti e rappresentanti dell’Università, interverrà sul terreno appunto in quattro tempi. Il dissodamento, la rastrellatura, la semina e il taglio del prato sono le quattro azioni umane che seguono il ciclo naturale e le stagioni. La crescita lenta durerà sei mesi e verrà illuminata dalla luce della balconata che si affaccia sul cortile.

Dal 18 settembre a marzo, la Statale vedrà la crescita del famoso prato delle lauree in maniera paziente e lenta. Cresciuta l’erba, l’artista interverrà secondo il suo progetto di un taglio ben definito che prevede la realizzazione del disegno geometrico della spirale quadra. L’immagine ricorda la classicità greca e l’opera Ecoterea dello stesso artista proposta nel 1978.

Le collaborazioni di cui si avvarrà questo progetto già avviato sono Skira e la galleria Lorenzelli Arte.

 

Per conoscere meglio l’arte di Paolo Icaro sono indicate le raccolte biografiche di Mario Bertoni, 1990 e di Laura Conte, 2016

 

Fonti: conferenza stampa in data 18 settembre 2017 presso l’Università nella sede di Festa del Perdono.

Foto: copertina

 

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