App e giochi virali

Il (triste) destino di tante app e giochi virali

Ci sono ancora nelle città di tutto il mondo folle di persone alla ricerca di Pokémon rari? Pokémon Go, quando uscì negli store iOS e Android, suscitò l’attenzione di tutti i mass media, che lanciarono l’allarme per frotte di persone che, completamente alienate dal gioco, alla ricerca di Pokémon tra le vie delle città avevano finito per cadere vittima di incidenti, e talvolta perfino di omicidi, o avevano causato pesanti problemi al traffico o alla sicurezza. Anche la nuova versione mobile del fortunato franchise Super Mario aveva creato un’attesa planetaria: cosa ne è rimasto a distanza di mesi? E app virali come Snapchat, Dubsmash e Sarahah che fine hanno fatto?

Non di rado infatti è proprio questa la domanda che dopo qualche mese ci si fa, se si pensa a certe app e giochi straordinariamente virali. Stupisce, perché virale dovrebbe significare esattamente l’opposto: app o gioco di cui tutti parlano, di cui nessuno può fare a meno proprio perché è sulla bocca di tutti come il grande successo del momento. Macinare milioni di download ogni ora, essere l’applicazione o il gioco lodato da tutti non garantisce però che, come dal nulla si è venuti, al nulla presto si possa ritornare.

Snapchat ne è forse l’esempio più eclatante: di questi mesi l’anno scorso veniva celebrato unanimemente come un’app rivoluzionaria che minacciava di scalzare i colossi “storici” dell’instant messaging e dei social network (Whatsapp, Instagram, Facebook, Twitter). La possibilità di condividere contenuti multimediali destinati a sparire dopo un limitato lasso di tempo e di personalizzarli con innovativi filtri, si diceva, avrebbe portato a una certa obsolescenza i social network, così pubblici e testuali, e le app di messaggistica tradizionale, ancora troppo one to one. Il successo era talmente clamoroso che la società proprietaria dell’app, Snap, arrivò perfino a quotarsi in Borsa. È notizia di questi giorni però che quelle azioni ad oggi valgono meno del loro valore di partenza: Snap ha perso tutto il suo valore finanziario e gli analisti iniziano a temere come imminente il fallimento. Cos’è successo nel frattempo? Snapchat era stata ritenuta dagli analisti come particolarmente innovativa, ma nel lungo periodo, in realtà, si sono rivelati maggiormente innovativi e commercialmente più scaltri i competitor, che hanno integrato nelle rispettive piattaforme software proprio quelle nuove nuove possibilità aperte da Snapchat, cioè essenzialmente le Storie. Le novità, anche quelle particolarmente apprezzate e segnate dal successo, nel mondo tecnologico possono venire facilmente riassorbite da realtà che, forti della propria posizione di predominanza, hanno tutte le capacità organizzative e conoscitive per affinarle, farle conoscere e monetizzarle ulteriormente.

L’anno che si va chiudendo è stato segnato anche dall’irrompere di alcuni giochi pensati e sponsorizzati come particolarmente rivoluzionari per le piattaforme mobile. A Pokémon Go va indubbiamente riconosciuto di aver reso patrimonio comune il concetto di realtà aumentata e di averne mostrato le prime potenzialità per il mondo del gaming. Ma ha anche dimostrato come certe mode mediatiche siano estremamente passeggere. Pokemon Go è ancora ampiamente sviluppato, aggiornato e ha sempre un buon seguito, ma non è più un fenomeno di massa: è rimasto, come tutti gli altri, semplicemente un gioco con una sua community affezionata. In questo senso anche il fenomeno Super Mario Go è stato estremamente rivelativo: il suo arrivo era stato annunciato come il miglior gioco di sempre per smartphone, il passaggio del gaming mobile a un paradigma da console, ma all’atto pratico, svanita presto la curiosità per il nuovo, è rimasta solo l’amarezza per un gioco, a dire il vero, sotto l’attuale standard del panorama mobile e estremamente sovraprezzato.

Ci sono poi applicazioni che si rivelano un estremo fuoco di paglia, vuoi perché legate a una moda momentanea (come Dubsmash), vuoi perché, dopo il successo planetario, si scoprono problematiche a livello di privacy e sicurezza. Esemplare è il caso di Sarahah, che, dopo aver riscosso un buon successo globale negli scorsi mesi, per la sua innovativa funzione di invio di messaggi anonimi, nell’ultimo periodo ha perso tutta la sua credibilità quando si è scoperto che in realtà salvava nei propri server non solo i contatti dei propri iscritti, ma anche i loro messaggi privati. Il mondo online permette facilmente a chiunque di emergere con le proprie soluzioni innovative, ma, come estremamente velocemente si è saliti alla ribalta, tanto facilmente si può essere risprofondati non solo nell’anonimato, ma addirittura nella disapprovazione generale.

Fonti: corriere.it, repubblica.it, ansa.it, everyeye.it, mangaforever.net, wired.itavvenire.it, ridble.comgrazia.it, cittanuova.it, ilpost.it

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