San Giovanni in Conca: dodici secoli di storia in piazza Missori

Nel cuore di Milano, proprio al centro di piazza Missori, sorgono i resti dell’antica basilica di San Giovanni in Conca, illustre testimonianza di storia e arte milanese dal V-VI secolo al XVII secolo.

Ciò che emerge all’occhio del passante è parte dell’abside che, inserita come un piccolo gioiello nel centro città, sormonta la cripta della basilica, unico esempio di cripta romanica originale esistente a Milano.

Costruita all’interno delle mura romane della città, la basilica è dedicata a San Giovanni Evangelista e assume il titolo in Conca forse a causa dell’avvallamento del terreno circostante. Dagli studi ricostruttivi effettuati è emerso che la basilica originaria misurava 53 x 7 metri e aveva una pianta ad aula unica con abside semicircolare. Questa prima fase la si fa risalire all’epoca paleocristiana o, secondo alcuni studiosi, alto-medievale.

Con le medesime proporzioni dell’originale si effettuò la ricostruzione durante l’XI secolo ma in forma romanica e inoltre si aggiunse alla struttura la presenza della cripta.

Dopo i danni apportati dagli attacchi dell’imperatore Federico Barbarossa nel 1162, la cripta venne nuovamente ricostruita nel XIII secolo, l’interno suddiviso in tre navate con un transetto e un tiburio centrale, mentre all’esterno, affiancato alla basilica, svettava il campanile di 24 metri.  Ad arricchire la facciata venne realizzata una nicchia ospitante il busto di San Giovanni Evangelista, raffigurato immerso in un calderone di olio bollente in cui lo obbligò l’imperatore Domiziano, senza però che il santo provasse alcuna sofferenza.

Nel corso del XIV secolo la chiesa venne inglobata nel recinto della dimora della famiglia Visconti, all’epoca Signori di Milano, a causa del notevole apprezzamento di cui l’edificio sacro godeva da parte loro. Una volta che la chiesa venne inserita nella loro signorile dimora divenne la cappella gentilizia.

Nel 1531 i Carmelitani ricevettero in dono la chiesa da parte di Francesco II Sforza e questa venne affiancata alla costruzione del loro monastero; inoltre lavorarono al campanile così da rialzarlo, e farlo diventare uno dei campanili più alti della città, e infine l’interno e la facciata della chiesa vennero decorati in stile barocco.

Nei secoli successivi il destino del’edificio cambiò radicalmente. Tra il XVIII e il XIX secolo la chiesa fu sconsacrata dagli Austriaci e definitivamente chiusa dai Francesi che la destinarono a magazzino di ferramenta e carri; ritornò al centro dell’attenzione a partire dal 1877, quando il Comune decise di consentire l’apertura di via Mazzini. Così, nel 1879, vennero demoliti le navate e il campanile, mentre la facciata in stile gotico fu addossata all’abside grazie al progetto di accorciamento della chiesa dell’architetto Angelo Colla, che consentì l’applicazione in obliquo della facciata rimaneggiata.

A seguito di questi lavori si ottenne una versione neogotica che fu successivamente venduta ai Valdesi, che dalla demolizione recuperarono la facciata e la utilizzarono addossandola alla loro chiesa di recente costruzione in via Francesco Sforza.

Nell’anno 1949 ci fu la definitiva demolizione della chiesa al fine di realizzare l’asse viario di via Albricci – piazza Missori. Ciò che resta è, come accennato all’inizio, sono la cripta e l’abside che possiamo ammirare quotidianamente attraversando la città.

All’interno della cripta sono presenti testimonianze di notevole importanza tra cui un frammento di cornice in marmo con mensole e cassettoni di un edificio non identificato, appartenente alla seconda metà del I-II secolo; due frammenti di sarcofagi raffiguranti una figura maschile in nudità eroica in marmo databile tra il III-IV secolo e una figura di togato, sempre in marmo, appartenente allo stesso arco temporale. Sono inoltre interessanti un frammento di pavimento del IV-VI secolo, unica testimonianza della pavimentazione della basilica paleocristiana, e un capitello di pilastro in calcare con figure animali collocabile tra l’XI e il XII secolo.

Altre opere, che in origine andavano a costituire la decorazione della basilica, sono invece dislocate in vari musei della città: al Museo di Arte Antica del Castello Sforzesco sono esposti il monumento di Bernabò Visconti, il monumento di Beatrice d’Este e gli affreschi risalenti all’età paleocristiana e rinascimentale; alla Pinacoteca di Brera è possibile ammirare Il Cristo crocifisso con Vergine, San Giovanni Evangelista e la Maddalena del Lomazzo; il Battesimo di Cristo di Bernardino Lanino è stato invece collocato all’interno del Duomo di Busto Arsizio.

La visita della cripta di San Giovanni in Conca è possibile, grazie ai volontari del Touring Club Italiano per il Patrimonio Culturale, dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 17.30.

Credits:

fonti: www. milanoarcheologia.beniculturali.it

foto: copertina

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