Non ti faccio niente: una dura lezione per i genitori.

Come dicevano gli americani, avere un figlio è devastante, significa che il tuo cuore se ne andrà sempre in giro senza di te

 

Paola Barbato, classe 1971, dopo una lunga collaborazione con il fumetto di “Dylan Dog”, inizia a scrivere racconti e romanzi dal 2007. La sua ultima fatica è il thriller “Non ti faccio niente”, pubblicato in un primo momento sulla piattaforma Wattpad e poi, visto il successo tra gli utenti, con le Edizioni Piemme, nel 2017.

La storia prende il via da una serie di rapimenti lampo di bambini avvenuti tra gli anni ’80 e ’90 in tutta Italia, ad opera di un misterioso signore che, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, non torce nemmeno un capello ai piccolini, anzi: tutti raccontano di un mago o di un signore gentile o addirittura di Gesù stesso, capace di giocare per ore, molto generoso, qualcuno che li ha portati ai parchi giochi, che si è prodigato a comprar loro i più bei doni, che ha regalato giorni di vera felicità, riportandoli a casa senza chiedere nulla in cambio dopo qualche giorno, promettendo “da ora in poi le cose andranno meglio”. La caratteristica comune di questi bambini è la solitudine: genitori troppo impegnati o irresponsabili che non li guardavano abbastanza, dopo il loro rapimento si sono ravveduti. Non in tutti i casi, ma quasi.

Tuttavia, il libro si apre con il rapimento e l’omicidio della figlia di uno dei primi bambini rapiti. E uno dopo l’altro, i neogenitori vedono i loro piccoli, di età compresa tra i due e i dieci anni, cadere come mosche. Possibile che quel signore così buono e gentile ora voglia vendicarsi di loro per chissà quale motivo? Possibile che sia diventato cattivo?

La corsa contro il tempo per salvare le giovani vite coinvolge pian piano una moltitudine di personaggi, tra cui non solo i genitori delle vittime, ma anche gli ex bambini rapiti che non hanno generato alcun figlio, un vecchio ispettore che aveva seguito il caso dei rapimenti lampo e che non si era mai dato pace, il rapitore stesso e tutta una serie di altre figure che la Barbato riesce magistralmente a gestire, delineare, inspessire dando ad ognuno di loro la tridimensionalità di un protagonista. Non c’è un personaggio che in assoluto prevale sugli altri, ma tutti gli adulti rapiti negli anni ’80 e ’90 (ben trentadue) sembrano essere sullo stesso piano, tutti sono “fratelli” in un certo modo, sebbene (per motivi di trama) il lettore sarà più portato ad affezionarsi ad alcuni di loro. Ciò non toglie che ci siano dei personaggi chiave, in particolare uno oltre il rapitore, che è il più insospettabile. Paola Barbato riesce a incollare il lettore alla pagina, paragrafo per paragrafo, capitolo per capitolo, con un’abilità straordinaria nel creare e mantenere la suspense per più di quattrocento pagine ininterrottamente, ricorrendo a flashback e flashforward in una continua oscillazione tra presente e passato, tra ciò che è accaduto e ciò che accadrà.

Una storia che impartisce una severa lezione ai genitori negligenti, una spietata critica, una condanna senza appello, agli atteggiamenti che troppo spesso un adulto adotta nei confronti dei bambini, dimenticandosi che la loro tenera età impone delle attenzioni imprescindibili e delle abitudini che possono risultare faticose per i grandi, ma che sono necessarie. La scrittrice senza mezzi termini si addentra all’interno dei meccanismi che possono scattare in una mente umana dopo determinate situazioni, dimostrando che l’uomo può diventare il peggiore dei mostri. Un invito alla riflessione, consigliato a tutti coloro che vogliono diventare bravi genitori.

L’autrice presenterà il libro al Terni Horror Fest 2017, festival ternano alla terza edizione, il 28 ottobre alle 17 alla libreria Feltrinelli.

 

Fonti:

Paola Barbato, “Non ti faccio niente”, EDIZIONI PIEMME Spa, Milano, 2017.

 

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