Citroen DS: icona di stile, modernità ed emancipazione

Il 6 Ottobre compie ben 62 anni ma sembra dimostrarne molti di meno per via di molti elementi che possiamo ritrovare anche sulle auto moderne. E’ francese, si chiama Citroen DS ed è sicuramente un simbolo intramontabile di design tanto che, nel 2015, è venuto a crearsi un marchio spin-off della casa madre chiamato proprio DS.

Vincitrice del premio per il miglior design industriale alla Triennale di Milano del 1957, nel 1999 fu eletta a miglior oggetto di design del XX secolo, premio che sottolinea definitivamente la straordinaria modernità di quest’affusolata auto francese. Furono in molti ad apprezzarla e ad amarne la forma affusolata, le ruote posteriori idrauliche che scomparivano sotto la carrozzeria e gli interni con i comodi divani in pelle e gli inserti di lusso. Fu l’auto che, proprio grazie alle innovative sospensioni idropneumatiche, permise al generale Charles De Gaulle di salvarsi dall’attentato del 1962 perché nonostante i proiettili avessero forato le gomme, proprio il sistema moderno riusci comunque a far camminare la vettura. Ma, soprattutto, fu un auto simbolo per l’emancipazione femminile (come d’altronde lo è tutto il gruppo Peugeot-Citroen: sapevate che gli interni delle moderne vetture del gruppo sono disegnati da una donna?): il caratteristico ed elegante stile, unito alla ricercatezza del disegno e dei materiali dell’abitacolo, piacque molto al pubblico del “gentil sesso“, come Brigitte Bardot. Ma anche auna famosa First Lady americana: Jacqueline Kennedy, detta Jackie, la cui vettura era di un elegante colore nero che oggi si può ritrovare in numerosi modellini. Le prime donne che guidavano e lavoravano – e che potevano permettersi di comprare un’auto di un certo tipo – desideravano e viaggiavano proprio con questo modello. Per non parlare dei numerosi film in cui è comparsa, spesso senza ruote a rimarcare il grande modernismo e le somiglianze con una navicella spaziale di questo formidabile prodotto.

La Citroen DS di Jackie

Questa particolare automobile piacque però anche ad un altro personaggio di spicco all’epoca, un pittore molto caro a Citroen. Stiamo parlando di Pablo Picasso che, com’è noto, dopo l’esilio dovuto alla dittatura di Franco, visse in Francia e aveva una Villa in Costa Azzurra. Un giornalista messicano, Manuel Mejido, durante un’intervista straordinariamente concessagli scoprì che il pittore spagnolo aveva trovato un nuovo tipo di tela su cui dipingere, ovvero la macchina francese. Picasso aveva infatti personalizzato la fiancata con la Guirnaldas de la Pazb, la ghirlanda della pace, in cui erano stilizzati una famiglia, un fiore e un albero. E quando Mejido gli fece notare che l’opera non era firmata, il pittore dipinse la famosa firma sul parafango. Alla fine degli anni Novanta, infatti, pagando milioni di euro (e andando contro la maggior parte degli ambienti artistici), la casa francese ottenne il diritto di riproporre la firma del celebre pittore su alcuni modelli – le monovolume, visto che l’opera ritrae una famiglia – che avrebbero avuto il suffisso “Picasso”. E così dalla prima Xsara Picasso, versione appunto monovolume del modello Xsara e dalla particolare forma a “uovo”, sono poi nate C4 Picasso e C4 Grand Picasso (le cui ultime generazioni riprendono una certa linea futuristica come fu per DS) e C3 Picasso.

La Citroen DS personalizzata da Pablo Picasso
Citroen C4 Picasso del 2017

Ma cosa aveva, oltre al design da far impazzire un grande pittore e Jackie, di così evoluto? Sicuramente l’elemento più avanzato che possiamo oggi ritrovare in quasi tutti i modelli erano i fari orientabili, ovvero le luci anteriori che – per migliorare l’illuminazione notturna in curva – giravano insieme alle ruote. Ma anche il tetto apribile e le già citate sospensioni idropneumatiche, unite alla forma e all’estetica molti anni avanti rispetto a qualsiasi altra automobile dell’epoca (una filosofia simile a quella di Lamborghini, anch’essa sempre lanciata in design particolari e ultramoderni). Oltre agli interni, con il volante monobraccio, i morbidissimi “sedili” (meglio chiamarli divani) in pelle e i tappetini sul pavimento realizzati in un soffice materiale spugnoso proprio per questa vettura della casa del Double Chevron.

Il particolare volante della DS

 

Dall’alto è possibile osservare la forma a proiettile o navicella della DS, ripresa oggi dal modello DS5

La DS iniziò la sua carriera con DS19, appunto, nel 1955 e la concluse ben 20 anni dopo, nel 1975, con la DS23. 

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