Quando gli abiti diventano i veri protagonisti

Quante volte, da piccoli, ci siamo sentiti raccontare la fiaba di Cenerentola e del suo affascinante principe? La magica notte del ballo in cui una semplice ragazza trova l’uomo della vita. Utopico, quanto romantico. E cosa rende possibile questo sogno? Ovviamente la madrina, che con un tocco di bacchetta regala a Cenerentola un abito da sogno con corredo di carrozza, cavalli e cocchieri. L’abito è ciò che fa la differenza: non sarebbe mai potuta andare al castello vestita di stracci!

Dopo aver analizzato qui l’importanza degli abiti nella creazione di un’icona, risulta quasi obbligatorio riflettere su quanto lo styling sia importante nel mondo del cinema e della televisione. Ci sono infatti storie in cui gli abiti non sono semplici accessori, ma sono fondamentali per la trama. Diventano in un certo senso protagonisti e portano avanti la storia, veri e propri motori dell’azione.

Sex & the City, iconico telefilm di fine anni ’90 sfociato successivamente nella realizzazione di due pellicole, è l’esempio più emblematico dell’importanza dello styling in una produzione, tanto che potrebbe essere rinominato Sex, CLOTHES & the City. La costumista Patricia Field ha magistralmente delineato negli abiti le personalità delle quattro protagoniste portandole a diventare esempio e modello per migliaia di donne a cavallo del nuovo millennio. ‘Love’ e ‘Labels’ sono le parole chiave di un telefilm in cui la protagonista porta tacchi alti in casa e perle nella camera da letto, legata al mondo della moda tanto da definire il suo armadio ‘a little bit of heaven’. Nella New York di Carrie Bradshaw una scarpa sostituisce il tradizionale anello di fidanzamento (facendo un occhiolino alla nostra Cenerentola), un abito Vivienne Westwood determina il fallimento di un matrimonio (poi recuperato) e il ‘naked dress’ spinge la ragazza a concedersi al primo appuntamento. Titoli di episodi come Change of a DressA Woman’s Right to Shoes dimostrano come la moda sia intrinseca in questa produzione che ha saputo affermare negli anni la sua iconicità.

Andando indietro di qualche anno, Olivia Newton John fa sognare in pantaloni attillati di pelle e top ton-sur-ton nel finale di Grease trasformando l’innocente Sandy di inizio film, in una donna perfetta per il suo Danny Zucco. Ed è così che si utilizza la trasformazione dell’abito come punto di svolta: è il cambiamento esterno che fa realizzare al protagonista quanto quella ragazza sia perfetta per lui (per quanto superficiale possa sembrare…consideriamo il nuovo look di Sandy come la goccia che ha fatto traboccare il vaso).

Anche nel film per famiglie Tutti Insieme Appassionatamente i vestiti hanno un potere significativo: la tata Maria decide di cucire degli abiti da gioco per i sette bambini, non potrebbero giocare nelle rigide divise in cui sono costretti dal padre! Gli abiti vengono realizzati con la stoffa di vecchie tende, il che scandalizza il tradizionalista comandante Von Trapp determinando uno scontro con la giovane istitutrice. Qui i vestiti rappresentano nella loro innocenza, una sorta di velata ribellione e la rivendicazione dei bambini di poter veramente essere bambini.

O come dimenticare le rosse scarpette di Dorothy che hanno il potere di trasportarla magicamente da un luogo all’altro? Insomma, questi sono solo alcuni dei numerosi esempi che possono essere presi in considerazione per porre il focus sull‘importanza dello styling e il ruolo degli abiti in storie e trame e innalzare così la posizione di stylist e costumisti all’interno di una produzione, quando rischiano invece spesso di passare in secondo piano. La moda non è un’arte sterile e fine a se stessa, ma può splendidamente legarsi ad altre forme e creazioni: può arricchire un film o influenzare una storia dando un senso a dei ‘semplici abiti’.

 

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