I see colors everywhere: i colori tra moda, arte e società

 

“Per la prima volta nella storia, le immagini d’arte sono diventate effimere,

ubique, inconsistenti, libere. Esse ci circondano nello stesso modo

in cui ci circonda un linguaggio.”

John Berger

 

Dalla collaborazione tra United Colors of Benetton e il centro di ricerca Fabrica nasce il progetto “I see colors everywhere”, ospitato dalla Triennale di Milano per un arco di tempo esclusivo, dal 24 al 28 settembre 2017.

 

In occasione della collezione Primavera-Estate di Benetton, Fabrica propone un indagine sul colore, punto di riferimento del celebre marchio di moda, per mostrarne la pervasività nel quotidiano. I colori sono ovunque e rappresentano la modalità con cui l’individuo interpreta la realtà che lo circonda. Alla pari del linguaggio, il colore è un potente strumento di comunicazione, in grado di veicolare temi di impatto sociale.

Attraverso le opere di artisti e designer di fama internazionale, il percorso espositivo si articola in otto sezioni, ciascuna dedicata ad un colore. Il primo è il nero, elegante, pragmatico e privo di sfumature. Rappresenta l’affermazione di un’idea chiara e coincisa dipinta con l’inchiostro sulla carta e affidata al potere della stampa, che rivendica libertà di espressione contro la censura. Contraltare del nero, il bianco è simbolo di purezza e chiarezza, ma diviene anche il punto di partenza per un dibattito sul tema dell’intolleranza razziale e della supremazia bianca.

Le opere dove domina il blu si soffermano sul rapporto uomo-natura, in particolar modo sull’infinità e la vastità del mare, tra le cui acque milioni di persone che abbandonano il proprio paese incominciano un nuovo viaggio. Il rosa è invece simbolo di femminilità e strumento di difesa dei diritti delle donne.

E dopo i riferimenti cromatici ai due periodi picassiani, la mostra gioca su colori più caldi, a partire dal rosso, simbolo di forza e di calore, e rappresentazione di una società dominata dalla violenza tra gli uomini e noncurante del problema del riscaldamento globale. L’arancione rimarca invece il tema del calore familiare e dell’identità, attraverso un’indagine fotografica sul gene dei capelli rossi e sull’identità latina in Europa. Infine il giallo analizza il tema del gioco e del rapporto tra gli uomini. Chiude la mostra l’ultima ampia sezione in verde, simbolo di speranza verso il futuro, dove di primaria importanza è la salvaguardia dell’ambiente naturale, che ha le ore contate in balìa ad una società consumistica e dedita allo spreco.

Lo scopo del progetto artistico è quello di intrecciare colore, moda e società in una narrazione contemporanea. Un’opportunità unica per riflettere sul presente e sul futuro in un’ambiente colorato e stimolante su ingresso gratuito.


FONTI

Visita alla mostra da parte dell’autrice

Brochure informativa della mostra “I see colors everywhere”, da cui è stata tratta la citazione di John Berger

CREDITS

Copertina (foto dell’autrice)

Immagine 1 (foto dell’autrice)

Immagine 2 (foto dell’autrice)

Immagine 3 (foto dell’autrice)

Immagine 4 (foto dell’autrice)

 

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