LE REGOLE DELLA STRADA: IL FENOMENO DELLO STREET STYLE

Lo street style è divenuta una forma di fare moda molto mainstream ma soprattutto molto influente. Ciò sta a significare che per strada (non necessariamente sui red carpet ma anche al bar, sulla metropolitana, alla posta) si noteranno persone dal gusto eccentrico che attireranno il nostro sguardo e stuzzicheranno il nostro intelletto.

L’essenza dello street style è quella di far diffondere le mode – o LA MODA – attraverso la gente comune. Ognuno diventa un guru della moda, maestro di stile e di tendenza.

Un orientamento che si profila, in realtà, già a partire dalle prime rivoluzioni giovanile, quando decadono i dettami della società elitaria e ci si libera dalle convenzioni. Ci troviamo così negli anni ’50 e ’60, gli anni dei jeans, del chiodo e dello stile hippie, e infine negli anni ’80 e ’90, questi ultimi evasi dallo stile rap. Se si vuole, tuttavia, assegnare un posto storico preciso alla nascita dello “street style” come elemento riconosciuto tra le categorie (legittimate) della moda si deve tornare indietro al 1996, quando Scott Schuman presentava sul suo blog «The Sartorialist» fotografie di fashion victims alle sfilate di Milano.

Un fenomeno che presto ha preso piede, ricevendo un’attenzione e una meticolosità particolareggiata: i fotografi hanno iniziato a dedicarsi quasi esclusivamente allo scatto di immagini della gente e i giornali di moda a devolvere intere pagine a sconosciuti con indosso un outfit invidiabile.

Sarebbe rifutare la realtà l’affermare che la strada non detti le regole della moda, poiché assolutamente dominante. Lo dimostra la ribalta di brand come Yeezy o Fenty e quindi anche di un sentimento più casual-sportivo, più comodo, quasi come qualcosa da indossare per poter passeggiare o usicre al sabato sera. Ecco. Succede questo, dunque. Cambiano i canoni della moda come cambia il tessuto sociale. È storico, è antropologico, i fatti accertano come abbigliamento e norma sociale siano sempre andate di pari passo influenzandosi l’un l’altra. Inoltre la moda rappresenta un commercio, un mercato fiorente e in continua crescita e per questa ragione ha anche bisogno di punatare su un target di consumatori privilegiato, che “calca le scene”; una moda giovane e giovanile che scende nelle strade e nelle strade prolifera. Così come ne sono un chiaro esempio i neo protagonisti non professionisti del settore, fashion blogger e influencer che riescono ad esprimere questo sentimento di rapporto ultra diretto con la moda.

Tuttavia qual è il futuro dello street style? Dato per assodato che lo street style risponda alla chiamata di uno stile individuale, personalizzato scaturisce da dinamiche molto statiche. Perpetrare la moda, e le sue regole, attraverso lo stile-da-strada significa anche non innovare. Ovvero non preoccuparsi di creare nuovo materiale, nuove tendenze, nuvi stimoli e cullarsi con quelli già presenti e riproponendolo ad oltranza – è ciò che accade con le sopracitate collezioni create dalle celebrity, pezzi assolutamente comuni che hanno soltanto il “lusso” di portare il nome di una persona nota.

Secondo i socologi, lo street style scomparirà probabilmente in non molto: innanzitutto perché la moda, per sua natura, ha bisogno di costante novità e inoltre la cultura giovanile rappresenta un fenomeno in costante evoluzione e dunque cambaimento. Probabilemente scomparirà o semplicemente si tramuterà in qualcosa di uguale e contrario.

 

FONTI:

vogue

Jennifer Grayer Moore, Street Style in America: An Exploration.

CREDITS:

Le foto appartengono a Alessandra Oddo©

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