BAIA, UN MONDO SUBACQUEO L’ATLANTIDE ROMANA

Siete a conoscenza dell’esistenza di una città sommersa nel golfo di Napoli?
Si tratta di Baia, antica città romana, che nel I secolo a.C. costituiva la meta più esclusiva per gli aristocratici. Un luogo senza tempo, legato all’ozio e al divertimento ma anche il centro della cultura e dell’arte.

Collocata a soli 250 chilometri da Roma, il centro e la città più grande del mondo antico, Baia costituiva il luogo di rifugio dei principali esponenti del potere romano che passavano qua il loro tempo, lontani dalla lotta per il potere e dall’occhio attento del Senato. Qui sorgevano una serie di ville lussuose appartenenti a personaggi dal calibro dell’imperatore Claudio, di Nerone, di Bruto e di Cesare.

Gli storici dell’antica Roma parlano della vita della città. Seneca racconta di come Baia fosse un posto di divertimento con musica, feste e alcol, mentre Varrone la descrive come luogo per perseguire i piaceri in privato.

Anche le rovine raccontano il passato glorioso di Baia, ma è solo una parte di quella che la città era ai tempi dei romani. A partire dal II secolo a.C. a causa del bradisismo, fenomeno periodico di abbassamento e innalzamento del livello del suolo, la parte ad oriente sprofonda nel mare. Trattandosi però di un fenomeno periodico a partire dal 2005 la tendenza si è invertita ed è riniziata la fase di sollevamento.
Nonostante la sommersione, Baia rimane un luogo interessante e spettacolare in quanto ne sono visibili i resti, si tratta di una vera e propria città subacquea.

Baia è l’Atlantide romana, il sito mostra una vera e propria città: strade, botteghe, statue e ville. Tutto sommerso a circa 5 metri sotto il livello del mare ma in ottimo stato conservativo grazie al continuo lavoro di supervisione e restauro dei resti archeologici, dei mosaici e degli affreschi.
Ma cosa ci svela questa città subacquea?

Innanzitutto nonostante fosse considerata una città, essa era priva di edifici pubblici come il foro e il mercato ma era costituita principalmente da sontuose ville. Quello che è emerso dagli studi e dai rinvenimenti è che le principali personalità romane costruirono qui una vita parallela nelle loro dimore. Ville dotate di ninfeo, terme e vasche per la piscicoltura, il tutto decorato da mosaici, affreschi e statue. Le statue ritrovate sono testimonianza di come l’arte greca fosse stata acquisita dai romani.
La parte sommersa è davvero ampia, si tratta di circa 137 ettari. Quasi tre volte Pompei!

Fra gli ambienti di maggior pregio vi è il ninfeo dell’imperatore Claudio. Risalente al I secolo a.C. era una grotta artificiale nella quale i commensali seduti a bordo piscina banchettavano. Il suo riconoscimento è stato reso possibile dal rinvenimento di una delle statue che adornavano le nicchie presenti nelle pareti laterali. Si tratta della statua di Antonia Minore, madre di Claudio.
Altra importante struttura sommersa è un complesso di serbatoi d’acqua che al tempo dei romani servivano da vasche per la piscicoltura. La particolarità del ritrovamento è che l’area, grande circa 100 mq, era collocata all’interno di una villa e permetteva dunque un rifornimento costante di pesce fresco. Questo ci fa capire come le ville fossero delle città in miniatura.
Grande testimonianza dell’importanza dell’arte nella vita dei romani sono i mosaici, visibili tutt’ora, di quella che una volta era la Villa Protiro. Sono state individuate una serie di stanze affacciate su un atrio centrale, una di queste ha conservato la decorazione a piastrelle bianche e nere che creano un motivo esagonale.

Quello che il sito subacqueo testimonia è l’esistenza di una vita culturale e artistica a Baia.
Nonostante una parte di essa sia sommersa, continua a vivere e a risplendere grazie alla possibilità di visitare questo mondo attraverso attività di snorkeling e diving oppure a bordo di barche con i fondi trasparenti.

Forse un giorno, grazie alla fase di sollevamento in atto, le antiche rovine della città riemergeranno. Per ora però Baia rimane una misteriosa e affascinante città subacquea.

Credist:

fonti: www.parcoarcheologicosommersodibaia.it

foto: copertina

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