I murales fioriscono anche nel deserto

Quanti di noi hanno visto muri saturi di scritte, disegni (perlopiù stilizzati, senza impatto sulla nostra coscienza), firme impresse con nomi in codice, o pseudonimi di gang. Bene, per capirci meglio, le classiche dichiarazioni d’amore, con annessi cuori trafitti dalla freccia di Cupido, cancellati in seguito da insulti (volgari e “focosi”) non sono murales. I più restii a queste forme di manifestazioni artistiche, dunque, dovranno ricredersi.

Un fenomeno nato nel 1910 in Messico, per diventare ben presto un movimento internazionale, raggiungendo anche i luoghi più remoti e sconosciuti, a dimostrazione di come l’arte possa abbattere ogni barriera fisica e ideologica. Questa corrente artistica ha lo scopo di produrre opere destinate al popolo, dove vengono raffigurati (in maniera spesso provocatoria) episodi che interessano e colpiscono la società, dando voce a sentimenti rinchiusi, che non trovano forma più autentica e vera, se non il muralismo, per liberarsi ed esprimersi in tutta la creatività che è loro propria. “L’arte fa parte dell’identità del popolo”, ed è per questo che per dare profondità ad una superficie piatta come una parete è essenziale per l’artista sentire dentro di sé un tale ardore. “Un museo a cielo aperto” che tutti possono osservare e contemplare, in ogni momento della giornata, girando per le vie, oppure tornando da un’intensa giornata di lavoro, riuscendo a trovare in quel particolare accostamento di colori un istante di ammirazione ed entusiasmo.

Milano è un caposaldo, una calamita per tutti coloro che vogliono impegnarsi in qualcosa di nuovo, originale ed evolutivo, riconoscendo meriti, e dando tutti loro visibilità. Ne sono un esempio i murales che abbelliscono le strade in Porta Ticinese, raffigurazioni di una tale energia esplosiva da essere inserite nel “museo” di Google. Ma questa è solo una delle tante opere ed occasioni artistiche che la città offre.

Un’espressione che non conosce difficoltà ed ostacoli, ma con il solo scopo di unire e “dare un respiro” dalla pesante quotidianità. E’ così che un gruppo di sette volontari dell’associazione Retake Milano, utilizzando tempere approvate da Airlite, hanno realizzato un progetto di riqualificazione all’interno del reparto di radiologia infantile della Clinica De Marchi a Milano. Questo murales, oltre ad abbellire e rendere meno pesante l’ambiente, ha lo scopo di purificare l’aria da particelle inquinanti grazie all’utilizzo di particolari tempere, le quali sfruttano l’intensità della luce.

Ma nemmeno l’età può frenare la voglia di espandere le proprie idee, sentimenti e passioni. E’ stata rinominata ”regina dei social” la nonna-writer che ha fatto impazzire tutta Milano, e non solo. Lei, con il sorriso circondato da folti capelli bianchi, ha partecipato all’ “Energy box“, un progetto che ha regalato a centocinquanta artisti di strada cinquanta centraline semaforiche da trasformare in opere d’arte.

Un’energia ed un’intensità tale da approdare e di far fiorire anche il deserto. Si chiama Djerba la località della Tunisia che ha visto ospiti 150 artisti da tutto il mondo, arrivati lì per cambiare l’impervio villaggio di Erriadh. Questo progetto è la prova di come l’arte, e in questo caso preciso i murales, hanno la straordinaria forza pervasiva capace da irradiarsi in ogni dove, creando un’intensa alchimia tra i luoghi più disparati e distanti da una prospettiva etnica e culturale.

 

Fonti:

Foto: copertina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.