Lo Sbuffo intervista Agnese Contadini, giovane e promettente arpista

Se pensiamo agli strumenti che solitamente un bambino desidera imparare a suonare, ci vengono in mente il pianoforte, la chitarra, la batteria. Agnese Contadini, nata a Rimini nel 1998, ha invece preferito puntare su uno strumento classico meno noto ma dal suono elegante e raffinato: l’arpa. L’abbiamo raggiunta a casa sua e l’abbiamo intervistata!

Agnese Contadini, 19 anni, ne suoni da 13 e ti sei diplomata al Liceo Classico. Hai altri poteri nascosti da mostrarci?
(Ride) No, dai, niente poteri. Però se ti riferisci all’aver frequentato contemporaneamente Conservatorio e Liceo Classico, è stato un po’ una pazzia. Ho scelto di andare a Parma dopo aver conosciuto la mia insegnante ad un concerto e l’ho fatto un po’ come sacrificio perché farlo dopo le superiori avrebbe significato perdere molti anni di studio.

Sacrificio che la tua scuola ha supportato?
No. O meglio, alcuni professori sì. Però mi è capitato per esempio di andare dalla preside della mia scuola – l’Istituto classico-psicopedagogico “Giulio Cesare-Manara Valgimigli” di Rimini – per chiedere un permesso di uscita anticipata 15 minuti prima rispetto all’orario di fine delle lezioni perché da Rimini a Parma sono 2 ore e mezza di treno e mi serviva prendere puntualmente il treno alle 13. Lei ha detto che, giustamente, le mie assenze dovevano essere calcolate (quindi 4 giorni in cui uscivo 15 minuti prima corrispondevano ad un’assenza); ma ha anche aggiunto che avrei dovuto calcolare “l’invasione delle cavallette”, e tutto ciò che sarebbe potuto succedere, e il fatto che avrei avuto la maturità, e questo a lei sembrava irresponsabile da parte mia perché ero in quinta liceo. Ma, ovviamente, quando era ora di suonare alla “Festa degli ex-alunni” (un ricevimento che il Liceo Classico riminese tiene in onore di tutti gli alunni passati, ndr) non si faceva tanti scrupoli a dire che “Agnese è uno dei talenti del nostro liceo” e via dicendo.

Ora studi a Parma, però hai iniziato a San Marino
Si, ho dovuto cambiare perché San Marino è un istituto privato e non mi avrebbe consentito di ottenere il titolo di studi effettivo, anche perché in un altro Stato. E quindi mi sono trasferita in un Conservatorio “vero e proprio”.

 

Entrando in casa tua possiamo notare diversi attestati e premi vinti in diversi concorsi: quanti sono in totale?
(Ride) No, non li ho contati! Però bene o male ho sempre cercato di fare uno o due concorsi all’anno per mantenermi attiva e imparare a gestire l’emozione di fronte a una giuria o di fronte a un pubblico.

Quanti anni avevi quando hai partecipato al primo concorso?
Ho partecipato alla prima borsa di studio il primo anno che sono stata a San Marino. Era un concorso interno all’istituto. Il primo concorso esterno, invece – mamma quando è stato? – penso fossi in terza o in quarta elementare. Comunque era alle elementari!

Ma a questo punto viene spontaneo chiedere, anche per spiegarlo a chi ci segue, come mai hai scelto l’arpa e non strumenti più comuni e blasonati.
Perché da piccola vidi Gli Aristogatti e mi piacque il personaggio di Duchessa che suonava l’Arpa e la canzone Tutti Quanti Voglion Fare Jazz.

Qual è il concorso o concerto che ti è rimasto più impresso?
Forse quello dell’anno scorso a Saluzzo, che è l’ultimo che ho vinto ed è stato abbastanza difficile. Mi è piaciuto perché in giuria c’era un’arpista molto brava, Jana Boušková, che è fantastica  e mi ha fatto piacere essere giudicata da lei.

Hai mai pensato di fare qualche concerto o concorso anche fuori dall’Italia?
Avrei dovuto suonare con l’Orchestra Giovanile Europea di Paolo Olmi – che non è quella ufficiale, ma un’altra – a Betlemme però con la situazione attuale in Israele si è deciso di rinunciare.

I tuoi amici come vivono il fatto che tu sei comunque spesso in giro a suonare?
Io penso bene, non lo so! (ride) Tanto sono sempre in giro anche loro, hanno da fare suppongo. Con i compagni di classe, magari, c’era molta invidia. Io per esempio in quinta superiore ho fatto molte assenze perché dovevo suonare in giro e ci sono state molte lamentele da parte loro perché sostenevano che io facessi assenze strategiche o cose di questo genere.

Ora che ti sei diplomata al Liceo Classico con 94 (complimenti!) hai pensato di iscriverti a un’Università più tradizionale, non legata all’ambito musicale o comunque più teorica?
Grazie! Si, a me piacerebbe fare Filosofia, però col fatto che l’anno prossimo devo terminare il conservatorio che è considerato Università non penso di iscrivermi subito altrimenti dovrei fare diversi procedimenti burocratici come la divisione dei crediti, che non ha senso fare per un solo anno. Quindi l’anno prossimo, semplicemente, ho intenzione di laurearmi in Arpa al Conservatorio di Parma e poi si vedrà.

Concerti non legati al conservatorio, magari da privatista o sotto ingaggio?
Solitamente ho ingaggi un po’ di tutti i tipi. Ho suonato per esempio da solista con un quintetto d’archi o anche senza accompagnamenti; concerti all’alba, concerti di sera, matrimoni… La vita del musicista, insomma!

Un percorso che abbiamo voluto citare, visto che sei del rimenese, è la serie di concerti “Ariminus” che si è tenuta lo scorso anno. Che esperienza è stata?
Molto bella, perché Ariminus è stato un lavoro scritto da una compositrice Basca, Koro, che ispirandosi appunto alla Valmarecchia (valle del fiume Marecchia, nell’entroterra riminese, ndr) ha composto dei brani, tutti legati tra loro, per pianoforte, arpa e banda, che è un insieme particolare dato che in orchestra di solito l’Arpa non è solista, ma soprattutto non suona con la banda che è prettamente di strumenti a fiato. Quindi, si, molto particolare e sicuramente bello.

Ultima domanda: progetti futuri a breve e lungo termine?
Sicuramente la laurea, e poi mi piacerebbe partecipare al concorso di Israele nell’Ottobre 2018, ma vedremo.

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