Arte ed Etnografia al Mudec: Kandinskij e la Russia

Dal 15 marzo al 9 luglio il Mudec, il Museo delle culture di Milano, ha ospitato la mostra “Kandinskij, il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione”. E non è un caso che questa esposizione sia caduta a cent’anni dalla Rivoluzione russa e a ridosso del centocinquantesimo compleanno del pittore stesso.

Quarantanove opere dell’artista, provenienti dai più grandi musei, alternate a stampe ed acquerelli, oggetti popolari e icone russe. Ma perché questa alternanza di opere del pittore a oggetti di uso quotidiano? Per rispondere alla domanda è opportuno fare un passo indietro e ripercorrere parte della sua vita. Durante gli anni in Russia e soprattutto durante il viaggio nel governatorato di Volgda, Kandinskij scopre l’arte popolare del paese e se ne interessa: tessuti a fantasie tipiche, bambole, slitte e utensili occupano la prima sala della mostra. I medesimi motivi si ripropongono nelle litografie e negli acquerelli delle sale successive, in cui compaiono non solo i colori, ma anche studi di alcuni oggetti. E proprio alle icone dorate russe, in particolare quelle ritraenti San Giorgio, il pittore si ispirò per le raffigurazioni del suo celebre “cavaliere errante”, da cui la mostra prende il nome. Questo tema ritorna frequente anche per l’influsso delle fiabe che, durante l’infanzia, la nonna gli raccontava. Intanto la pittura si fa sempre più astratta. I soggetti tornano, ma questa volta i santi vestiti di rosso delle icone diventano macchie, le melodie della musica, sempre presente nella mente di Kandinskij (non si dimentichi che era un musicista), diventano linee e punti, le luci delle città sono adesso colori scomposti. Difficilmente si possono scorgere un cavaliere armato di lancia o il suo cavallo imbizzarrito.

Dunque quale posto migliore, se non il Mudec, per mostrare la particolarità di questa esposizione: ripercorrere il sentiero di Kandinskij non come qualcosa a sé, ma fittamente intrecciato ai fili dell’etnografia. Un percorso dove i colori degli oggetti e delle stampe popolari si fanno emozioni colorate su tele e dove la Russia diventa la protagonista, grazie alle sue mille cromie e sfumature. Tutto diventa fiaba e astrazione, tutto risuona nitido ma allo stesso tempo soffuso, le immagini diventano musica e la musica diventa colore. La mostra raggiunge pienamente il suo obiettivo, merito dalle curatrici Silvia Burini e Ada Masoero: arrivare dritto all’osservatore che si sente, così, catapultato in un altro mondo, circondato da un’atmosfera quasi mitica.

 

Fonti: http://www.mudec.it/ita/mostra-kandinskij-mudec-milano/

Fonti foto: https://it.pinterest.com/

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