LEONE AMODEO: NUVOLA IN VIAGGIO E POETA INGIUSTAMENTE DIMENTICATO

Pubblicato post-mortem, Nuvole in viaggio (Editori Riuniti), è una raccolta di componimenti in versi che Leone Amodeo ha lasciato come testamento spirituale.
Nato a Sambuca di Sicilia nel 1945 e “nuvola in viaggio” sopra molte città del mondo, ha vissuto la sua intera vita dando il giusto peso all’amore; l’amore per se stesso, per la famiglia, la sua Sicilia e gli altri. Nella raccolta, che suo fratello Rosario ha personalmente curato, sono stati inseriti – tra le altre cose- alcuni necrologi che amici e parenti hanno dedicato allo scrittore, per elogiare un poeta, sì sconosciuto, ma che meriterebbe di avere un posto di rilievo nell’immaginario letterario italiano.

Il tema dell’omosessualità, da sempre tabù nella letteratura, è trattato nei primi due componimenti della raccolta con delicatezza e trasognatezza. In Passioni taciute (l’attrazione per gli uomini) un Leone ancora adolescente sogna il corpo aitante e forte di uomini in divisa spiati dalle finestre della sua scuola, sebbene consapevole di dover spegnere irrimediabilmente la sua sete, il suo istinto naturale. Il primo innamoramento avviene presto in Germania: Volker è il nome del desiderio d’Amore, ma egli è lontano e non rimarrà altro che il poeta “a ricordare uno studente di Berlino”.

La Grecia è, oltre alla Sicilia, l’ambientazione – se non il fulcro – di molti dei suoi versi. Selinunte, città greca in terra sicula, viene descritta come luogo di silenzi e stupori, terra natìa degli dei, terra fertile di flora e fauna antica e mitologica. Città reale ed omerica, che il poeta ricorda come luogo del primo amore, del sogno, della bellezza e dell’ormai passata giovinezza.
Lo stesso stile descrittivo, ricco di riferimenti alla cultura classica ellenica, viene utilizzato nella poesia che dedica a Colonia, che vent’anni dopo ricorda con la stessa meraviglia e lucidità del momento, e alla Spagna, che nella sezione intitolata Spagna, un delirio (La consapevolezza della malattia e l’impossibilità di un nuovo inizio) descrive con la malinconia e la tristezza di chi deve fare i conti con una malattia che poco più tardi lo ucciderà.

Alcuni dei versi raccolti, poi, indugiano nuovamente nella descrizione di luoghi esotici che il poeta ha visitato: Yazd, Histria, Gerusalemme. C’è spazio anche per il ricordo dei volti incontrati per caso, delle esperienze vissute, di stati d’animo in continuo mutamento.

Il legame dello scrittore con la sua casa, la sua lingua e la sua famiglia è uno dei topoi che caratterizzano l’intera raccolta e è presente soprattutto in poesie come A cu apparteni?, dedicata al padre e a Zabut, sua città natale, e A mia madre, un saluto struggente e triste che Amodeo scrive per celebrare e ricordare una donna meravigliosa.

La raccolta termina, non a caso, con Vita: un necessario addio senza rimpianti e pentimenti, dove tutto si “strapazza come fragili fiori” ma rimane radicato alla terra. Un ultimo omaggio alla sua Sicilia che si spegne, tristemente, forse troppo prematuramente. Un ultimo modo per salutare la vita terrena e ritornare nell’oasi che, nelle poesie, ha sempre sognato.

L’articolo è stato scritto in collaborazione con Aurelio Palumbo

 

FONTI E CREDITI: Nuvole in viaggio – Editori Riuniti, Immagine

 

 

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