Viaggio nel mondo dell’arte: Salomè vittima o carnefice?

Salomè è un personaggio biblico che compare nei Vangeli di Marco e Matteo, l’episodio racconta di quando durante i festeggiamenti per il compleanno di re Erode, la figlia di Erodiade, Salomè, danzò in pubblico e piacque così tanto ad Erode che le promise di esaudire qualunque suo desiderio. La giovane, su istigazione materna, chiese la testa del Battista su un vassoio.

Salomè è una giovane usata come strumento dalla madre per ottenere la sua personale vendetta contro Giovanni Battista; Erodiade era infatti stata la moglie del fratello di Erode e la loro relazione adultera aveva suscitato scandalo tra glie ebrei attirando anche le aspre critiche del profeta.

Questo episodio e il personaggio di Salomè sono stati oggetto dell’attenzione di molti artisti di tutti i campi come Caravaggio nella pittura, Oscar Wilde nel teatro e Richard Strauss nella musica essi rappresentarono la figura della giovane principessa giudaica come una ragazzina che influenzata dalla madre aveva portato alla morte di uno dei profeti del cristianesimo.

Uno degli artisti che più di tutti rimase affasciato dal mito di Salomè e tenne vivo il suo culto fu proprio Gustave Moreau come con il quadro L’Apparizione del 1876; questo non fu l’unica rappresentazione della Salomè dell’artista francese, egli rivolse la sua attenzione al passo evangelico con grande ardore, fino a divenire noto con il soprannome di “pittore delle Salomè”.

L’Apparizione, Gustave Moreau, 1876

Nel quadro di Moreau la figura di Salomè è in primo piano, nel momento della fine della danza sopra ad una pozza di sangue, il suo braccio alzato che indica alla testa di Giovanni circondata dalla luce; la giovane principessa è dipinta con abiti ricchi, con gioielli e ornamenti dorati che la fanno risplendere incarnando a pieno la tendenza simbolista di fine Ottocento, sullo sfondo si possono scorgere Erodiade e il Re Erode.

Il quadro di Moreau vuole mostrare il conflitto e il dramma appena avvenuto, rivela lo scontro tra i due poli opposti, il bene e il male, la luce e le tenebre, il sacro e il profano.

Prima di Moreau anche Caravaggio si era cimentato nel dipingere il passo biblico in più versioni, come ad esempio la Salomè con la testa del Battista della versione conservata a Londra e la versione di Madrid.

Salomè con la testa del Battista, Caravaggio, 1607-1610, Londra

La versione di Londra, scoperta solo recentemente nel 1959, vede tre persone protagoniste della scena: in primo piano sulla sinistra si vede Salomè con in mano il vassoio su cui poggia la testa di Giovanni Battista, alle spalle della giovane vi è una donna anziana, probabilmente la madre Erodiade, infine a destra, c’è il boia, che tiene tra i capelli la testa mozzata del Battista. Lo sguardo Salomè è rivolto verso la testa del profeta, disgustata dalla visione macabra del capo mozzato, al contrario Erodiade ha lo sguardo fisso sul capo del Battista, compiaciuta della vendetta ottenuta grazie alla richiesta della figlia.

Salomè con la testa del Battista, Caravaggio, 1607, Madrid

A contrasto con la copia londinese, nella versione spagnola, i personaggi sono disposti in modo diverso: a sinistra troviamo Salomè che distoglie lo sguardo “dall’offerta” con un’espressione mista tra ribrezzo e fierezza; alle sue spalle c’è la madre Erodiade, ritratta quasi fedelmente alla copia conservata a Londra, mentre il boia è completamente diverso.

Nel quadro di Madrid l’oscurità è un elemento dominante che mostra, in maniera allegorica, l’aspetto tenebroso della vicenda, rappresentando la malvagità presente nei protagonisti, l’unica nota di colore è il mantello rosso di Salomè, quasi a voler mostrare una possibile innocenza della giovane principessa giudaica.

Salomè, Tiziano, 1515

Anche Tiziano aveva rappresentato in un quadro il momento della presentazione della testa del Battista nella sua Salomè del 1515; la scena è costruita dentro una stanza scura, la luce entra grazie ad un arco che si apre lasciando intravedere un cielo limpido, la protagonista, Salomè, tiene su un vassoio la testa di Giovanni assistita da una ancella. A differenza delle opere di Caravaggio la giovane non presenta alcun sentimento di disgusto per la testa mozzata, quasi che Tiziano voglia mostrarci una placida scena biblica, in cui spicca soprattutto la bellezza ideale della giovane principessa.

Giuditta II o Salomè, Gustav Klimt. 1909

Anche Gustav Klimt è relazionato alla figura di Salomè come nel quadro che tutti noi conosciamo come la Giuditta II del 1909, il quadro può essere letto in due chiavi, esso può rappresentare la giovane principessa Salomè che arpiona con le mani le sue vesti e la testa di Giovanni Battista, oppure può essere una seconda versione di Klimt del passo biblico della decapitazione del generale Oloferne da parte di Giuditta. Quale che sia la visione che si scelga di vedere nel quadro dell’artista austriaco qui la protagonista è mostrata come una donna sensuale e aggressiva che non mostra nessuna emozione nel suo gesto, anzi sembra fiera e ferma nelle sue convinzioni.

Salomè è una figura vista dagli artisti sempre con due visioni opposte, è dipinta come la giovane donna influenzata dalla figura materna che è guidata dalla vendetta, oppure come una principessa che usa il suo corpo per sedurre il patrigno/zio per ottenere la testa dell’uomo che rovina la reputazione della madre; in ogni caso ci si dimentica sempre che il vero artefice della morte di Giovanni Battista è lo stesso re Erode che incapace di far valere la sua autorità e mettere pace tra la moglie e il profeta, venne facilmente raggirato da due donne forti e orgogliose.


 

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