CAPIAMO LA MODA, NON GIUDICHIAMOLA

Per chiunque sia appassionato (o studioso) di moda risulta estremamente seccante leggere commenti come “è ridicolo” e “non è possibile” sotto le fotografie di una sfilata. Un’immagine artistica corredata di scherni che insultano non solo il creativo in questione che ha pensato quei capi, ma tutti i creativi mai esistiti. Già: si va a denigrare l’estro, la cultura, il lavoro e il sacrificio di qualcuno che ha voluto portare un minimo di gioco, spensieratezza e provocazione nella tediosa vita quotidiana.

Perché questa è la moda. Irriverente, sfacciata, dolce, giocosa, un meltin’ pot fluido e in continuo movimento che, a differenza dei canoni umani, non si basa e non si fonda su regole fisse. E meno male, aggiungeremo! La moda infatti non è una scienza, non è matematica, non segue algoritmi o teoremi ma è un’entità dotata di un’aura evanescente che si materializza solo in poche situazioni. Ovvero in quelle dinamiche che l’accolgono, in tutto quello che lei può dare e fornire, senza pregiudizio ma con la massima apertura al nuovo, all’esperimento.

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Essere amanti della moda non significa solamente possedere capi, firmati o no, o seguire le tendenze. Non basta. Non è sufficiente conoscere nomi di designer più o meno famosi. Non funziona così. È anche per questa ragione che in realtà la moda non è – purtroppo o per fortuna, forse tutte e due – realmente democratica. E non si intende fare qui un discorso di prezzi. Non è un universo facile da comprendere per tutti. Non è un registro universalmente riconosciuto, a meno che non si fondi su dei canoni socialmente accettati, tra i quali i sopracitati esempi di capi firmati nell’armadio.

Sia chiaro, non si tratta neanche di fare uno pseudo annuncio in favore di una “razza” prescelta per comprendere la moda. Assolutamente. Si fa, semmai, appello ad una maggiore apertura mentale, maggiore studio (sì, la moda va anche studiata) e maggiore sensibilità, anche per ciò che si allontana da quelle che sono le nostre vedute e le nostre idee. È semplicemente arricchimento socio-culturale personale.

I gusti sono molteplici, le tendenze e le ispirazioni infinite e questo implica anche le possibilità che una determinata cosa – termine generico – non piaccia. Esiste anche questo. L’allontanarsi da qualcosa che non ci piace, ci disturba o semplicemente ci è indifferente. Ma non per questo diventa legittimo distruggere e denigrare il lavoro creativo.

L’invito solenne è qui quellO ad una maggiore sensibilizzazione, alla conoscenza e all’inizio di una maggiore consapevolezza.

 

Images: copertina

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