Il femminismo ha le gambe strette

di Federico Lucrezi

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando appena un secolo fa le suffragette inauguravano una stagione di grandi cambiamenti portando le donne di tutta Europa a unirsi nella richiesta del suffragio femminile.

A oltre 100 anni di distanza le femministe esistono ancora. Ma di tutt’altra pasta. Se la società maschilista del primo Novecento rappresentava il nemico da combattere, lo status quo da rovesciare nel nome di una maggiore uguaglianza di genere, oggi rimaste prive di veri nemici da combattere le neo femministe i nemici provano a crearseli da soli. Il risultato? Un tragicomico effetto boomerang che porta oggi le femministe ad essere il principale nemico del femminismo.

Ma andiamo con ordine.

Giugno 2017 sarà ricordato come il mese in cui a Madrid si comincia a combattere una battaglia di civiltà, una vera e propria crociata contro un simbolo di oppressione maschilista. Giugno 2017: è guerra contro il manspreading. Il nome angolofono, che fa sempre una certa scena, sembra uscito direttamente da un libro di medicina. Ma no, non si parla di malattie infettive. Il manspreading è l’ultima frontiera di discriminazione sessista. Altro non è che la presunta abitudine del sesso maschile di sedere sui mezzi pubblici a gambe aperte. Non si tratterebbe di maleducazione, ma di un vero e proprio sopruso nei confronti del sesso femminile, abituato da sempre a sedere a gambe chiuse.

Questa battaglia è stata intrapresa dal gruppo femminista spagnolo Mujeres en lucha y madres estresadas, letteralmente donne in lotta e madri stressate da tempo in lotta contro l’invasione machista dello spazio. Potrebbe sembrare l’ennesima boutade delle esagitate di turno, ma questa volta hanno colpito nel segno e a Madrid sui mezzi pubblici sono comparsi cartelli che invitano gli uomini a sedere a gambe strette.

Questo capolavoro di surrealismo ha fatto molto discutere, aspramente criticato soprattutto su Twitter con decine di fotografie raffiguranti donne che occupano due posti sull’autobus con borse e giacche postate quasi a voler dimostrare che la maleducazione, come tutto, è estremamente umana e con il sesso non ha niente a che fare. Un effetto boomerang, si diceva. Ancora una volta la lotta per la parità di genere si lega nell’immaginario collettivo a una vicenda al limite del ridicolo, andando a rafforzare l’uguaglianza femminismo = isteria becera che impedisce alle femministe moderne di essere prese davvero sul serio. Cento anni fa si combatteva per il suffragio universale, per la parità, per un ruolo da protagonista della donna in società. Oggi si combatte per come far sedere le persone sull’autobus.

Il femminismo è invecchiato piuttosto male.

 

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Fonti: http://www.repubblica.it/esteri/2017/06/07/news/madrid_bando_manspreading_autobus-167510994/

 

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