Quando il dirigibile Zeppelin si schiantò a Milano

Con i dirigibili c’è poco da scherzare, basta poco e la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro. Per esempio, il 6 maggio del 1937 il dirigibile Hindenburg, nella fase di attracco, prende fuoco e nel giro di un minuto restano solo i rottami, caduti presso la stazione Lakehurst nel New Jersey. Nell’incidente morirono 35 persone.

Una cosa analoga, ma fortunatamente senza vittime, successe anche il 5 luglio del 1971 presso il velodromo Vigorelli di Milano.

Quel pomeriggio il Festival del Cantagiro ospitava grandi nomi della musica italiana. Infatti sul palco si susseguivano Morandi, Dalla, Milva, Ricchi e Poveri, Claudio Villa e Ornella Vanoni. Il pubblico freme e la calca inizia a diventare pesante. Le urla e la mani enormi di Gianni Morandi non riescono a calmare la folla che dalla frustrazione inizia a scagliare anche oggetti sul palco. E voi in questo momento stareste pensando, perchè così tanta agitazione per degli artisti italiani? Infatti il popolo di italiani presenti non era lì per i loro connazionali, bensì per i Led Zeppelin. Esatto, quella sera d’estate la musica italiana era diventata così insignificante da venir cacciata giù dal palco perchè gli spettatori erano lì per sentire una della più grandi band di tutti i tempi.

Premesso, all’epoca dell’esibizione erano anni delicati: scontri politici, rivalità tra artisti nazionali ed esteri, lotte di classe, movimenti giovanili, anni di piombo, evoluzioni culturali, polizia e gruppi extra parlamentari facevano da cornice a questa rassegna musicale.

Conclusione, Morandi viene cacciato giù dal palco tra fischi e verdure e con largo anticipo i super 4 iniziano a suonare Immigrant Song nel bel mezzo caos generale. Neanche il tempo di finire la canzone e la situazione è già degenerata. Persone che cercano di entrare senza pagare il biglietto ”perchè la musica è di tutti” a cui non  è stata spiegata bene la proprietà privata o forse erano assenti alla lezione. Sta di fatto che tra i disordini interni ed esterni, la scarsa organizzazione di quella sera e i fumogeni che invasero l’aria circostante, i Led Zeppelin sono costretti a trovare riparo nei backstage. Robert Plant di quella sera dirà:

”Quella sera credemmo di morire… Fummo costretti ad abbattere una porta per trovare rifugio nel pronto soccorso dei camerini e, quando cercammo di recuperare i nostri strumenti, scoprimmo che era stato tutto distrutto”

In un quarto d’ora finisce l’esibizione italiana dei Led Zeppelin e da quel momento non torneranno più in Italia, come faranno anche altri artisti di calibro mondiale. Fortunatamente quella sera non ci furono vittime, ma un’evento come questo porterà al nostro paese un calo di concerti da parte di grandi artisti per almeno 10 anni. Un caos come se si fosse schiantato davvero un dirigibile Zeppelin e il fatto che noi italiani ci facciamo riconoscere pure nel nostro paese.

”Oh, the Humanity”

 

Fonte: ”Storia leggendaria della musica rock” di Riccardo Bertoncelli, Giunti

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