Idilliache atmosfere nei capolavori da pollice verde

L’opera d’arte non ha vincoli e può estendersi a qualsiasi contesto, anche a quello esterno che comunemente viene definito giardino. Il Giappone, seguendo la precedente tendenza cinese, fece nascere sull’isola di Honshu, la grande isola centrale tra gli arcipelaghi, il giardino giapponese (日本 庭园 nihon teien).

Le sue radici si ritrovano nella religione dello shintoismo giapponese, con la storia della creazione di otto isole perfette, e degli Shinchi, i laghi degli dei. I giardini giapponesi sono stati anche fortemente influenzati dalla filosofia cinese del buddhismo, il buddismo e induismo. Nel loro aspetto fisico sono stati influenzati dalle caratteristiche distintive del paesaggio in cui si sono creati e poi diffusi; aspre cime vulcaniche, valli strette, corsi d’acqua impetuosi accompagnati da spiagge pietrose, ma soprattutto influenzati dalla ricca varietà di fiori e diverse specie di alberi, sempreverdi in particolare, e dalle quattro stagioni ben distinte in estati calde e umide e inverni nevosi. La posizione non deve essere assolutamente casuale, in quanto deve sembrare che sia lì da sempre. Alcune leggende parlano di cinque isole montuose abitate dagli Otto Immortali, che vivevano in perfetta armonia con la natura. Ogni essere immortale volò dalla sua casa di montagna sul retro di una gru. Le isole stesse si trovavano sul retro di una tartaruga marina enorme. In Giappone, le cinque isole della leggenda cinese sono diventate una sola, chiamata Horai-zen, o Monte Horai. Le repliche di questa montagna leggendaria, simbolo di un mondo perfetto, sono una caratteristica comune dei giardini giapponesi, come lo sono le rocce che rappresentano tartarughe e gru.

Gli elementi indispensabili in un giardino giapponese, sono tre ed ognuno ha un significato preciso: il verde degli alberi che deve essere equilibrato, non eccessivo, non poco, deve colorare l’atmosfera tutto l’anno, con le sue diverse tonalità, regalando solamente in primavera alcune fioriture, come la camelia, il rododendro, il cornus kausa e l’ azalea; l’acqua, simbolo di vita e deve scorrere, proprio come il sorgere e il tramontare del Sole, da est ad ovest, ed infine le rocce, con la loro forma rotonda e levigata, creano un’ atmosfera di pace e serenità interiore.

esempio di tsubo-niwa

Nonostante la presenza di fattori ben definiti, ad oggi si riconoscono quattro principali stili di giardini: karesansui, giardino di roccia o con giardini zen dove la sabbia bianca sostituisce acqua e principalmente si medita; roji, semplice e rustico con case da tè, dove si svolge la cerimonia del cha no yu (the giapponese); kaiyu-shiki-teien, caratterizzato dai paesaggi accuratamente composti ed infine il tipo del tsubo-niwa, piccolissimo ed interno al cortile.

kaiyu-shiki-teien

Durante il periodo Edo, dal XVII al XIX secolo, il giardino giapponese raggiunge il suo massimo livello e cristallizzò le sue forme in aspetti distinti. Successivamente, dalla fine del XIX secolo, i giardini giapponesi hanno iniziato a modellarsi fondendosi con le impostazioni occidentali.

Il giardino giapponese è tradizionale e crea paesaggi ideali in miniatura, spesso in un modo altamente astratto e stilizzato, ma con funzioni decorative ed evocative allo stesso tempo, consente di entrare in contatto con la natura, provando così un profondo senso di armonia e pace interiore, grazie alla preparazione, nonché contemplazione.

Fonti:

https://it.wikipedia.org

https://www.giardinaggio.it

https://it.pinterest.com

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