Un esame di Maturità a misura di meme

Con l’inizio dell’estate si ripete l’annuale rito della maturità, un esame che da qualche anno a questa parte mostra sempre di più i segni dell’età, tanto che c’è già chi inizia a ipotizzarne la cancellazione. Al Ministero dell’Istruzione però sembra che abbiano trovato una strategia per cercare di rivitalizzare un appuntamento il cui senso oramai è puramente mediatico: pensare le tracce delle prove proprio per cercare di ottenere la massima eco su giornali, radio, TV e social network.

I mass media è ormai da decenni che sono riusciti a impadronirsi di molti aspetti dell’esame di maturità, creando tutta una mitologia che va dalla colonna sonora, l’immancabile Notte prima degli esami di Antonello Venditti; e passando per i teen-drama, che hanno costruito tutto un immaginario adolescenziale-giovanile sull’esame, fino agli approfondimenti giornalistici, che accompagnano ogni prova con previsioni, riflessioni e discussioni più o meno culturali. Quest’anno però sono emersi con forza anche i social network: non che negli anni scorsi sui social network non si parlasse della maturità, ma tendenzialmente lo si faceva trainati dai mass media, riprendendo i loro materiali e le loro indicazioni. Questa maturità invece ha visto come vero e proprio protagonista mediatico i social: sono stati loro a dettare l’agenda a tutti gli altri mass media.

La traccia della prima prova dedicata a Giorgio Caproni ha lanciato il Web in una gara di meme, tutti dedicati a ironizzare sull’infelice scelta di un autore che in qualsiasi scuola superiore (sia liceo, istituto tecnico o professionale) non viene minimamente affrontato. Anche la seconda prova di matematica, con un problema su una bici dalle ruote quadrate, ha sollecitato la creatività e la goliardia senza freni dei social network. Prima ancora la gaffe del MIUR, che aveva pubblicato per errore sulla pagina della maturità la scritta traccie, aveva scatenato l’implacabile censura della community di Internet.

Si è trattato davvero di una serie senza fine di gaffes? Proprio partendo dall’errore “sfuggito per sbaglio” si può individuare una curiosa consonanza con una strategia di marketing sempre più utilizzata per promuovere i prodotti tecnologici, cioè i più o meno finti leaks, le immagini presentate come carpite in esclusiva grazie a errori di sviluppatori che avrebbero pubblicato materiale che sarebbe dovuto restare riservato. Dato il grande hype che questi supposti errori creano intorno al prodotto si è in realtà sempre più propensi a ritenerli ottime strategie di marketing gestite direttamente dalle aziende che ne dovrebbero essere le vittime. Anche la scelta di Caproni, a ben vedere, si è rivelata particolarmente felice a livello comunicativo: il linguaggio più di successo nei social media è quello del riso e della demistificazione, e quindi aver fatto parlar di sé in questo senso, per quanto apparentemente negativo, significa aver raggiunto i top influencer della Rete. Le ruote quadrate poi rappresentano la ciliegina sulla torta, dal momento che permettono tanto la derisione quanto la creatività, un altro dei punti di forza del linguaggio online, sempre particolarmente immaginifico, oltre che demistificatorio.

Non si può certo escludere la cialtroneria in un Ministero come quello dell’Istruzione, da sempre ostaggio di veti e corporazioni politico-culturali. Tuttavia qui sembra più probabile intravedere una qualche volontà di raggiungere i social media e di trasportare anche nel loro mondo e nel loro linguaggio un appuntamento che ha bisogno dei nuovi media, più che della pedagogia, per poter sopravvivere.

Fonti: skuola.net, adnkronos.com, tgcom24.mediaset.it, corriere.it, quotidiano.net, agi.it, studenti.it, scuolazoo.com, scuolazoo.com

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