Può un’anguilla uccidere un papa? Si, ma solo se ben marinata

I piaceri della tavola possono essere letali, a volte più di quelli carnali. E così come le storie d’amore spesso sono tanto morbose da culminare in tragedia, anche la passione irrefrenabile per una particolare pietanza può costare la vita.
Fu un piatto lacustre tipico del Viterbese, a costare la vita a Papa Martino IV, nato Simon de Biron e salito al soglio pontificio nel 1281.

Egli nacque in Francia, ma dopo la sua elezione si stabilì nella Tuscia, dove la pesca d’acqua dolce è molto praticata ed il vino è particolarmente saporito. Un connubio irresistibile che conquistò il pontefice il quale non ne poté più fare a meno, tanto da morire per un’indigestione causata dalla sua pietanza preferita: l’anguilla marinata.

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Una delle sue poche debolezze, poiché Martino IV è sempre stato descritto come un uomo saggio e pio. Tuttavia la storia lo ricorda ancora oggi non per le sue gesta e le sue azioni politiche ma per i suoi peccati di gola
Questa sua passione morbosa lo condannò anche agli occhi di Dante, che nella divina commedia lo inserì tra le anime del purgatorio, negandogli il paradiso. Nel XXIV canto si legge: “…e quella faccia di là da lui più che l’altre trapunta/ ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia/ dal Torso fu e purga per digiuno/ l’anguille di Bolsena e la Vernaccia”

Nel corso dei secoli la realtà delle cose è stata sicuramente distorta. Ad oggi le notizie che ci sono arrivate potrebbero essere frutto di fantasia, come la frase che secondo alcuni scrittori dell’epoca avrebbe detto, nella quale auspicava ironicamente una trasformazione dei tedeschi in anguille per poterli mangiare, o come l’aneddoto secondo il quale faceva marinare personalmente le anguille nel vino per poi cucinarle arrosto.
Di certo tutto ciò fece una buona pubblicità al lago di Bolsena, da dove venivano pescate le anguille del Papa.
Recentemente è stato reimpiantato un vitigno autoctono dell’alto Lazio che, secondo gli studi portati avanti dall’Università della Tuscia, è lo stesso che accompagnava i pasti di Martino IV.

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Insomma resta solo da partire per Bolsena e provare questo celebre abbinamento, cercando ovviamente di non esagerare.

Images: copertina

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