CARRIE, PERDONALI, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO

È ben noto quanto la letteratura e il cinema siano debitori nei confronti dello scrittore Stephen King, da un lato per i suoi romanzi, dall’altro per i numerosi adattamenti cinematografici degli stessi. Sebbene chi sta scrivendo preferisca il King che si mette alla prova più con i drammi umani, che con forze maligne o mostruosità declinate in vario modo, è indelebile l’influenza nelle macchine da presa di cui è stato protagonista lo scrittore americano, acclamato da molti come un vero maestro dell’horror. Una veloce ricerca in rete farà scoprire decine di titoli di film tratti dai suoi romanzi: “The Shining”, “It”, “Misery”, “Dreamcatcher”, “Christine”, solo per citare alcuni tra i più conosciuti.

La moda/mania di attingere ai lavori di King ha avuto inizio nel relativamente lontano 1976, con l’adattamento per il grande schermo di Carrie, romanzo pubblicato due anni prima rispetto all’uscita dell’omonimo film. Grazie alle grandi capacità del regista Brian De Palma, non nuovo al genere horror data la firma posta tre anni prima sopra lo splendido “Sisters”, il film riesce ad imporsi non solo come una delle migliori trasposizioni cinematografiche dei lavori di King, ma anche come un vero classico del genere.

Il film, che riprende piuttosto fedelmente le vicende narrate nel romanzo, segue le vicissitudini adolescenziali della giovane Carrie White (interpretata da una capacissima Sissy Spacek), una ragazza timida e insicura intrappolata in una quotidianità drammatica: vittima di bullismo durante le ore di scuola, tormentata dal fanatismo religioso della madre Margaret (una Piper Laurie che riesce perfino a superare la Spacek) una volta tornata a casa. Carrie però è ben lungi dall’essere una ragazza qualunque, e mostra di possedere delle potenti abilità telecinetiche. La spannung del film si fa attendere con maestria, e arriva solo negli ultimi minuti durante il topico ballo di fine anno, dove ad attendere Carrie ci sarà l’ennesimo atto di bullismo, orchestrato da un gruppo di studenti che però ignora il vero potere della gracile ragazza.

Prima del mascara

Vorrei permettermi una breve divagazione: a causa del mio amore verso l’horror, e per ogni sua sfaccettatura e sottogenere, è diventato automatico un certo criticismo esasperato verso ogni film riconducibile a questo genere. Proprio in virtù di questo atteggiamento, posso confermare quanto io abbia apprezzato questa pellicola, che riesce a catturare fin dai primissimi minuti. Dal piano sequenza negli spogliatoi femminili alle claustrofobiche e ossessionate inquadrature nell’abitazione White, fino alle scene conclusive imbrattate di rosso sangue, la mano maestra di Brian De Palma si fa sempre sentire, coadiuvata dalle grandi capacita della Spacek e della Laurie.

L’idea più geniale adottata nel film è stata quella di rimuovere qualunque riferimento a forze paranormali, volontà divine o patti satanici di qualsivoglia genere. La paranoia religiosa che acceca la madre Margaret, per esempio, non ha nulla a che fare con il divino o con la sacralità: è solo un’ossessione, completamente umana, che a volte si rivolge a vecchie Bibbie polverose o a raffigurazioni del Cristo dagli occhi sbarrati, e altre volte si accanisce contro la figlia indifesa. All’opposto, i poteri di Carrie non sembrano discendere dal demonio, né lei si fa tramite di una qualche possessione satanica: la giovane è soltanto una ragazza vittima di torti e bullismo, che si ritrova tra le mani un potere di inaudita potenza e pericolosità, che, istigato dal male, può solamente generare altro male.

Non sarebbe fuori luogo, dunque, parlare della banalità del male. La reazione di Carrie alle ingiustizie della vita è brusca e di smisurata violenza; eppure si riduce ad essere una risposta contro l’esasperazione che porta infissa nel petto da troppo tempo. Lo spettatore sa bene tutto questo, e infatti non può non prendere le parti della giovane ragazza: perfino durante gli atti più crudeli che ella compirà, il pubblico continua a nutrire un sentimento di complicità, chiede più sangue, spasima affinché il massacro continui. E Carrie non si fa certo pregare.

Fonti

https://www.comingsoon.it/film/carrie-lo-sguardo-di-satana/13443/scheda/

http://movieplayer.it/articoli/lo-sguardo-che-uccide_81/

Crediti immagine

http://2.bp.blogspot.com/-oNyz4fjCYRg/UmIRzM6i-LI/AAAAAAAABnQ/cemhDCTqLK0/s1600/tumblr_m8vwmlmm9p1re4uqoo1_1280.png

http://www.criticalcommons.org/Members/brettservice/clips/carrie_clip1.mp4/thumbnailImage

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