We are all born naked, and the rest is drag

RuPaul è senza ombra di dubbio la drag queen più celebre del mondo. Nato e cresciuto a San Diego, si trasferì ancora adolescente ad Atlanta, dove diede inizio alla sua carriera musicale. Iniziò ad esibirsi come gogo dancer e frontman degli Wee Wee Pole, gruppo punk rock che lo rese piuttosto noto sulla scena disco cittadina. A metà degli anni ‘80 si trasferì a New York, dove intraprese a pieno ritmo la professione di drag queen, diventando presto uno dei protagonisti della club scene newyorkese.

Raggiunse il successo internazionale pochi anni dopo, con Supermodel (You Better Work), diventando così la prima drag queen con un singolo nella Billboard Hot 100.

RuPaul, oltre alla pista da ballo, conquistò presto anche il piccolo schermo. Dal 2008, è produttore del reality televisivo RuPaul’s Drag Race, in cui varie drag queen si sfidano per il titolo di “America’s Next Drag Superstar”. 9 stagioni e 114 concorrenti dopo, Drag Race è ormai diventato un cult della televisione americana.

Con la sua brillante carriera nello show business, e soprattutto con il notevole successo di Drag Race, RuPaul è stato in grado di dare una visibilità senza precedenti alla comunità drag in particolare, e a quella LGBT in generale. Fra un cambio d’abito e una lip-sync battle, lo show ha affrontato tematiche come la marriage equality, l’HIV, la disforia di genere, sempre tenendo in mente che it gets better.

Consacrato popolarmente ambasciatore in televisione e nelle piazze dei disagi della comunità LGBT, RuPaul rimane però fedele agli ambienti dei club, per cui continua a produrre inni da ballare in pista: da Snapshot, manifesto delle ritmiche dance degli anni ‘90, alle più recenti Cover Girl, che segna un ritorno alla house music, e Sissy That Walk. Proprio quest’ultima traccia evidenzia la nascita e la diffusione di un vero e proprio slang queer, modellato sui successi dell’artista e delle sue cadette.

Con 11 album in studio all’attivo, RuPaul vanta collaborazioni con celebri icone della musica internazionale, da Elton John a Diana Ross.

Tuttavia l’impegno sociale di RuPaul non si limita alla partecipazione a manifestazioni in difesa dei diritti LGBT: sin dagli esordi, il poliedrico performer americano ha prestato la propria voce e immagine alla causa contro l’omotransfobia, essendo protagonista, fra le altre cose, di Hands, tributo musicale alle vittime dell’attentato di Orlando del 2016.

Nota: RuPaul utilizza sia il lui che il lei, anche quando è “in-drag”: infatti il suo nome anagrafico e in drag coincidono. In questo articolo gli autori hanno deciso di utilizzare, per semplicità, il pronome maschile.

Autori: Giulia Laregina, Ivan Buratti

Fonti: imgRuPaul

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