Dopo mesi passati tra maglioni, stivali, sciarpe, cappotti, pellicce (per i più fortunati), guanti e paraorecchie ecco che arriva lei, tanto attesa e agognata: l’estate. Arriva portando con sé la carica e l’energia di nove mesi passati tra i banchi di scuola e gli uffici, pronta a regalare splendide gite “fuori porta”. Ma non basta la melodia che dal 2001 riecheggia nelle nostre radio “questo senso di vita che scende e che va dentro fino all’anima nella lunga estate caldissima” (eterna canzone degli 883) per farci dimenticare le fatiche e vivere e godere questi tre mesi all’insegna del buon umore e spensieratezza. Ebbene no, perché questa “nostra” amica porta con sé un compagno di viaggio non accolto con altrettanta euforia dalla maggior parte della popolazione: il caldo.
Quest’anno, però, studenti e lavoratori non si sono fatti cogliere impreparati. Al contrario, armati di ingegno, creatività, coraggio (e anche ironia) sono giunti ad una conclusione così alternativa, efficace e contro tendenza tale da rimbalzare in diverse città europee: sì la gonna ai maschi.
Anche l’impiegato inglese Joey Barge ricorse ad una soluzione estrema dopo essere stato mandato a casa per un abbigliamento non consono alle norme aziendali. La sua scelta ricadde su un tubino a righe nere, rosa e rosse, abito indossato quotidianamente dalle colleghe. A questo atto provocatorio ed estremo l’azienda intervenne in maniera repentina autorizzando l’uso di bermuda di color nero, blu navy e beige, purché sopra il ginocchio.
Insomma, lo humor inglese si sta propagando e diffondendo come il caldo di queste giornate afose, e chissà se qualche altro lavoratore, studente o libero professionista ci regalerà altre storie divertenti di cui poter raccontare.
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