BALENCIAGA, L’ARTE IN NERO

Cristobal Balenciaga rappresenta uno dei più grandi couturier della storia della moda. Nato a Getaria, nei Paesi Baschi, comincia la sua formazione da sarto presso la Casa Gomez di San Sebastián, ai tempi uno dei migliori stabilimenti tessili. Riuscirà anche a diventare sarto ufficiale dei grandi magazzini “Au Louvre” fino a divenirne il direttore.

Tuttavia sarà solo quando aprirà la sua maison, seguita poi dalla maison di alta moda che il genio Balenciaga riuscirà a garantirsi un posto nell’Olimpo dei tailleur indimenticabili.

Spesso ritenuto il maestro della forma, egli riservava un’attenzione particolare al modello in quanto struttura, misura. Essendo un perfetto conoscitore del taglio ha saputo manipolare le proporzioni per dare vita a degli abiti-sculture, nella piena realizzazione di un lavoro che è definibile come oltre-moda.

Ne è un interessante esempio il suo repertorio di abiti in nero, un non-colore che diventa un emblema accostato al nome Balenciaga. La mostra Balenciaga. L’oeuvre au noir, esposta al Musée Bourdelle di Parigi, presenta una parte delle opere del genio spagnolo che spiegano in maniera chiara e sagace la filosofia scultorea di uno dei più grandi nomi della storia della moda.

Importante per lui era la ricerca dei materiali e delle stoffe che avevano il compito di unirsi e inanellarsi in simbiosi perfetta con il nero e la luce, per creare forme strutturate. La sua capacità di plasmare i tessuti è visibile nei suoi abiti, i quali sono stati modellati sapientemente: il crêpe con la sua flessibilità viene trattato per abbozzare un movimento, il taffetà stropicciato in modo da dare vita a delle figure in rilievo mutevoli. Ai tessuti più indocili come il gazar o lo zagar (che utilizzerà moltissimo), Balenciaga propone delle pieghe sulle quali si diffonde una luce perlata.

Ricerca e sperimentazione sono parole chiavi nella sua circostanza poiché gli permettono di decostruire le forme tradizionali e di avvicinarsi a dinamiche sempre più astratte. In quest’ottica l’abito diventa qualcosa di indipendente dal corpo, un’identità autonoma formata dalla cromatura scura e dalla geometrizzazione audace.

Il gioco di luci ed ombre, le trasparenze e l’accostamento del nero con altri colori sono tutti elementi caratteristici del suo estro: il pizzo nero occupa uno spazio prominente nell’arte di Balenciaga, poiché un evidente richiamo alla sua cultura e al folklore spagnolo e sapientemente lavorato diventano dei veri piccoli capolavori. I vestiti tagliati in pizzo nero sono oggetto di un’estrema precisione, le cuciture apportate a mo’ di delicati fiori di seta, in modo da staccarsi delicatamente dalla cute per evitare di danneggiarne la delicatezza; irrigidito dalla trecciatura ogni balza si solleva creando modulazioni impercettibili e ombre opache. La stessa maestria è visibile nell’accostamento dei colori al nero, in particolare il bianco, per il suo candore, e il rosso per la sua violenza e la sua intensità.  

La linea sottile che intercorre tra arte e moda si compone di contorni assai sfumati soprattutto quando personalità come Cristobal Balenciaga creano delle realtà che non sono fisse ma che valicano i confini troppo spesso rigidi. In lui ogni abito è una scultura e ogni scultura un esempio, una guida, un’opera d’arte.

 

Fonti: Balenciaga, L’oeuvre au noir, petit journal de l’exposition

Images: Photos by Roberto Sposato

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