Riserve giuste e riserve ingiuste

Una normale mattina con l’occhio ancora assopito

la home di Facebook passo in rassegna

finché l’immagine di un prato fiorito

mi desta dal torpore e della mia attenzione diventa degna

è immenso il prato e coperto di mille fiori bianchi

e si perde nel cielo in cui il giallo si trasforma in arancio

una di quelle immagini che gli occhi mai rende stanchi

è poetica, è la primavera nel suo slancio.

A quel punto il testo ha l’attenzione rapito

di primavera si parla e di come il risveglio segna

una riserva di giacinto

che ogni maggio sboccia e della temuta estinzione è sbilancio

è in Cecenia la riserva di questo fiore custodito

quel bel prato solo di pioggia si impregna

in ben altre riserve da chi non viene considerato di umanità neanche stralcio

nascono trasparenti gocce dall’animo sfinito

dagli abusi e soprusi di chi regna

pensando che un altro essere umano non sia tale perché ama contro-natura come da altri è definito

in queste riserve non di nobile preservazione ma di ignobile orrore e squarcio e insulti come culaccio

non vi sono gialli e arancioni né a coprire le teste né altrove solo rossi fiumi da corpi per mano di carogna

non si preservano innocenti fiori bianchi ma impotenti esseri umani che per il solo fatto di amare vengono discriminati.

 

credits

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