La copertina di Sgt. Pepper’s: un intrigo di storie e volti

Il 2 giugno 1967 i Beatles pubblicano internazionalmente uno degli album più rivoluzionari di tutti i tempi, destinato ad avere un enorme successo: si tratta di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band.

Al di là delle canzoni contenute al suo interno, caratterizzate dall’estrema genialità e dal grande talento tipico dei Fab Four, il disco è diventato un oggetto di culto per la sua insolita copertina, nota in tutto il mondo e immediatamente riconoscibile da chiunque.

Realizzata grazie alla collaborazione di Peter Blake e Jann Haworth, artisti entrambi vicini agli ambienti della pop art, e basata su uno schizzo iniziale di Paul McCartney, la copertina di «Sgt. Pepper’s» consiste in un collage di volti famosi e personalità celebri che, nell’ottica dei quattro ragazzi di Liverpool, rappresenterebbe il pubblico ideale di fronte al quale vorrebbero esibirsi: sono presenti scienziati, come Einstein e Freud, scrittori, tra cui Edgar Allan Poe, Aldous Huxley e William Burroughs, e attori, come Marlon Brando, James Dean e Marilyn Monroe.

Le assenze

Tra i 50 volti che compaiono sulla copertina dell’album è possibile individuare una serie di personaggi illustri, ma sono interessanti anche le assenze: sembrerebbe infatti che John Lennon volesse inserire figure come Gesù, Mahatma Gandhi e Adolf Hitler. Tuttavia fu deciso infine di scartare i tre volti dalla selezione finale, mentre l’esclusione dell’attore Leo Grocey è riconducibile al fatto che chiese 500 dollari in cambio della concessione del copyright, ma i Beatles rifiutarono.

Il contenuto: la “PID”

La copertina di uno dei più famosi concept album della storia della musica rock è inoltre degno di nota per ciò che rappresenta, in particolare in relazione alla teoria della PID («Paul Is Dead»), secondo cui Paul McCartney sarebbe morto in un incidente stradale nel novembre 1966 e sarebbe stato sostituito da un sosia.

Secondo la maggior parte dei sostenitori sono numerosi gli elementi che confermerebbero questa tesi: la grande scritta composta da fiori rossi che recita “Beatles” nella parte inferiore è seguita da un cerchio ornamentale che permetterebbe di leggere «Be at Leso», dove Leso sarebbe il nome di un’isola sperduta dei morti oppure il luogo di sepoltura di McCartney.

Inoltre sotto questa scritta è presente una rappresentazione floreale di un basso, lo strumento suonato da McCartney nella band. Tuttavia esso non è composto da quattro corde, come dovrebbe essere nella normalità, bensì da tre corde e secondo i sostenitori della PID ciò rappresenterebbe il fatto i Beatles sono ora in tre, dato che uno dei membri è morto.

Sulla destra compare una bambola raffigurante l’attrice Shirley Temple, la quale tiene tra le mani un modellino di una Aston Martin, l’auto che Paul avrebbe guidato il giorno dell’incidente.
Ma esattamente, quando morì Paul McCartney? La risposta a questa domanda è contenuta all’interno della copertina di «Sgt. Pepper’s»: utilizzando uno specchio sulla grancassa della batteria al centro è possibile individuare la scritta «1ONE IX HE DIE». L’«11 IX» starebbe per 9 novembre, il giorno della morte del tragico incidente che coinvolse il bassista dei Beatles.

In ogni caso, al di là di interessanti e accattivanti suggestioni, comuni a tutta la storia della musica rock, «Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band» rappresenta uno dei più grandi capolavori della musica del ‘900 e una chiave di volta fondamentale per comprendere la complessità artistica dei Beatles e la loro evoluzione successiva.


Credits: Img 1, Img 2.

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