Celiachia, il trend che non passa mai di moda

In Italia sono circa 6 milioni i cosiddetti celiaci “occasionali”. I dati diffusi dall’Associazione italiana celiachia (AIC) in occasione della Settimana nazionale della celiachia, dal 13 al 21 maggio,  parlano chiaro: sono davvero in tanti coloro che pur non essendo celiaci o intolleranti al glutine, eliminano dalla loro dieta gli alimenti che contengono la proteina in nome di uno stile di vita più sano e di una dieta più equilibrata.

Nel nostro paese ogni anno si spendono 320 milioni di euro per prodotti senza glutine, di cui solo 215 milioni sono alimenti destinati ai pazienti celiaci. A livello più generale, si stima che il 10 per cento dei cittadini europei segua una dieta gluten-free pur non essendo celiaci. Nonostante nessuna ricerca abbia finora dimostrato che ci sia qualche effetto benefico nell’esclusione del glutine dall’alimentazione per i non celiaci, milioni di persone al giorno d’oggi scelgono di eliminarlo dalla dieta. Da un lato per emulare lo stile alimentare di molte celebrities, dall’altro per via dell’erronea convinzione che il cibo per celiaci sia meno calorico e quindi aiuti nelle diete dimagranti.

Occorre quindi fare chiarezza e capire di cosa si sta parlando quando si dice glutine o celiachia.

Che cos’è la celiachia?

La celiachia è il risultato di un’infiammazione cronica autoimmune dell’intestino tenue provocata da un’intolleranza al glutine. La celiachia è caratterizzata da un quadro clinico molto soggettivo. In alcuni soggetti sono stati riscontrati sintomi come un marcato dimagrimento, l’anemia, e addirittura l’infertilità.

Cos’è invece il glutine?

Il glutine è la frazione proteica alcool-solubile di alcuni cereali, quali frumento, orzo e segale. E’ un complesso proteico presente in alcuni cereali come il frumento o il kamut. La prolamina è una delle frazioni proteiche che costituiscono il glutine ed è la responsabile dell’effetto tossico per il celiaco.
Con “dieta aglutinata” si definisce il trattamento della celiachia basato sulla dieta di eliminazione di tutti i cereali contenenti glutine. La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute.

Celiachia

Ma come avviene la diagnosi ufficiale?

La diagnosi della celiachia si effettua mediante analisi del sangue che individuano specifici anticorpi. Dopodiché si procede con la biopsia dell’intestino tenue e con il prelievo di un frammento di tessuto, che serve a determinare attraverso l’esame istologico lo stato dei villi intestinali. Una volta ricevuta la diagnosi definitiva, in Italia il paziente celiaco ha diritto, attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e fino a un tetto massimo di spesa, all’erogazione gratuita dei prodotti dietetici senza glutine a vita. Infatti, attualmente la dieta senza glutine è l’unica terapia disponibile per la celiachia, e va rispettata rigorosamente per tutta la vita.

E’ una patologia geneticamente trasmissibile la celiachia? 

Ni. La celiachia ha sì una componente genetica, ma non è detto che figli o fratelli di persone celiache soffrano della stessa patologia. E’ importante precisare che la celiachia non è una patologia infettiva.

Quando si parla di celiachia e quando di intolleranza al glutine?

I sintomi della sensibilità al glutine vanno dalla nausea all’affaticamento al gonfiore intestinale. Questi sintomi si manifestano, in genere, nel giro di minuti o poche ore dal consumo dei cibi contenenti cereali. Allo stato attuale, però, non esiste ancora alcuna prova certa sulla relazione causa-effetto determinata dalla presenza del glutine in questi cereali. Inoltre, la sensibilità al glutine può regredire dopo un periodo di astinenza dal glutine, al contrario della celiachia.

Come mai le persone continuano a fingersi celiaci?

Non si sa.

“Come evidenziano dati appena pubblicati dal British Medical Journal” dice Marco Silano, Coordinatore del Board Scientifico di Aic e direttore del Dipartimento Nutrizione dell’Istituto superiore di Sanità, intervistato dall’AdnKronos, “ uno studio che ha seguito oltre 110.000 uomini e donne per 26 anni ha evidenziato che nei non celiaci l’esclusione del glutine non riduce il rischio cardiovascolare, come alcuni sostenevano ritenendo che incrementasse il livello generale di infiammazione anche in chi non è intollerante: gli autori hanno anzi scoperto che l’alimentazione gluten-free nei non celiaci si associa a una riduzione del consumo di cereali integrali, con possibili effetti negativi proprio sul rischio cardiovascolare”.

E’ evidente quindi come sopra citato che sia inutile, per non dire dannoso, escludere il glutine senza un motivo. In più Giuseppe Di Fabio, presidente Aic, riflette su come questo trend possa essere dannoso per i celiaci comprovati.

“I celiaci hanno faticosamente conquistato diritti e tutele fondamentali che rischiano di essere messe in discussione dal diffondersi della moda del senza glutine tra i non celiaci, che svilisce e banalizza la malattia e le difficoltà di chi ne soffre”.

 

Fonti:

www.celiachia.it, www.repubblica.it, www.tpi.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.