Moro trova “Pace” dietro le ferite

Diviso tra Amici e Sanremo, Fabrizio Moro per la prima volta parla di sé in prima persona e lo fa in Pace, ottavo album uscito il 27 marzo 2017 per Sony Music e già presentato al festival sanremese. È un mix autobiografico di cantautorato, pop e rock che frantuma la distanza tra l’ascoltatore e l’artista.

Il brano iniziale, “Pace”, è un grido di apertura in cui Fabrizio Moro “cerca solo il modo di trovare la pace che non ha” (frase che viene ripetuta tre volte all’interno della canzone). Proprio a causa dei suoi sentimenti altalenanti, ricerca una pace duratura e non effimera, da ritrovare anzitutto nei piccoli momenti di spensieratezza quotidiana: un bicchiere di vino con un amico, una giornata al parco con la figlia, una pizza con suo padre. Ormai trasferitosi in un paesino del viterbese, supera la sua paura di relazionarsi con la gente e si emoziona anche mentre fa la spesa, elemento che ritorna all’interno della traccia (“faccio la spesa dentro un centro commerciale, mentre osservo la bellezza mi ripeto dovrei approfondire quello che non ho”).

“Portami via”, quinta canzone dell’album, «è la canzone che mi ha messo più in difficoltà», afferma Fabrizio durante un’intervista rilasciata a Radio Italia. Strutturata quasi come fosse un mantra, è una traccia fuori dalle righe dedicata alla figlia Anita, di soli 3 anni. A parlare non è un padre innamorato, ma un genitore sorpreso dalla magica energia che ha portato quella nuova vita all’interno della sua esistenza. Si parte subito da una richiesta d’aiuto colma di dolore, a causa degli invadenti anni del suo passato, che continuano a tormentarlo (“portami via dai riflessi del passato perché torneranno”). Parole ricorrenti come ansia, ipocondria, panico, bugia, amarezza ci catapultano in un periodo buio per Fabrizio, non si sa se dal punto di vista anche professionale o strettamente personale.

Stabile nel testo è dunque la sua paura di un’eventuale ricaduta nel baratro, evidente nel passaggio: “quando torna la paura e non so più reagire, dagli errori dai rimorsi che continuo a fare”. Il forte senso di vuoto ( “portami via dai momenti, da tutto il vuoto che senti”) non invade solo il protagonista ma anche la figlia che lo deve salvare. “Da qui all’eternità tu non ti arrendere” non è un finale ottimista, ma quantomeno un invito a lottare e a non farsi abbattere dalle nostre fragilità.

Anche “Sono anni che ti aspetto” è ispirato alla figlia Anita. Fabrizio la guardava mentre saliva insicura le scale, incerta ad ogni gradino. A partire da qui, la larga riflessione sui propri limiti e la convinzione che nella vita riusciamo a vincere alcune delle nostre paure soltanto con le conferme.

In “Giocattoli” racconta di quando era un “ragazzino” pieno di voglia di giocare. Amava i giocattoli e li ama tutt’ora. Da piccolo era molto chiuso e al posto di rapportarsi con i suoi coetanei parlava con Jeeg Robot e Mazinga (“Jeeg robot d’acciaio sconfiggi la disonestà/ vai Mazinga vola contro la crudeltà e ridammi indietro tutta la felicità”). Per lui, questi oggetti sono le prime persone con cui ci si confronta e simboleggiano la parte più intima di noi stessi.

In “Andiamo” si parla di un mondo ricco di ostacoli e di come “ogni ferita serve a ricordarci solamente che viviamo”; in “Semplice” Moro si improvvisa nei panni del rapper che si racconta; “Intanto” è invece un brano riflessivo dove si raccolgono le emozioni di un intero lavoro; “È più forte l’amore” è infine una collaborazione a sorpresa, nata per caso, con Bianca Guaccero. Ricordiamo che l’ultimo e unico duetto della sua carriera era stato con Gaetano Curreri, per il trentennio degli Stadio

Passati esattamente 10 anni da “Pensa”, canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2007 per la sezione Giovani, ora Moro utilizza le sue paure e i suoi errori come trampolino per ottenere ciò che desidera: un metodo per vivere in equilibrio e in pace con il mondo.


Prossimamente Moro porterà il suo tour a Roma, dove ad ospitarlo, per i concerti previsti per il 26/27 Maggio, sarà il Palalottomatica.

Credits: Img.

Fonti: Radio Italia, Radio Musik.

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