Un giorno blu scuro.

Pensavo che mi bastasse chiudere una porta,
ma poi sono rimasta a guardarla per tutta la vita,
il problema delle porte è che sono fatte per essere chiuse,
o per esser aperte,
o per esser lasciate semi aperte
o semi chiuse.
Insomma non cambia niente e invece cambia tutto.
Sono rimasta a guardare determinate porte ogni giorno, da quel giorno,
e ho constatato senza troppo fatica, che ho una grande difficoltà
sono una persona molto nostalgica, eccessivamente molto.
e praticamente almeno una volta al mese, ho quel giorno parecchio blu scuro,
nella quale penso a tutte le persone che ho perso,
che ho dovuto chiudere dentro una scatola, cosi da non doverle più vedere.
Solo che queste persone spesso mi fanno sentire una mancanza disarmante
che mi porta a desiderare di averle ancora nella mia vita, è come se ad un certo punto dimenticassi da un momento all’altro, tutto il male che mi hanno fatto, il modo in cui mi hanno ferito e mi ricordassi solo momenti bellissimi e felici, e a quanto ho voluto davvero tanto bene a queste persone che ora odio e detesto perché mi hanno ferito più del sale negli occhi.
Penso spesso a loro comunque, a come stanno e a quanto mi dispiaccia il fatto che io non possa più chiederlo a loro direttamente, perché appunto se sono finite nella scatola è perché evidentemente non è finita proprio bene tra me e loro, anzi probabilmente si tratta di catastrofi che niente e nessuno potrebbe più riaggiustare.
Questo mi lascia molto spazio all’immaginazione.
Perché continuo a guardare indietro invece che davanti,
forse per questo mi sento sempre bloccata in questo spazio temporale nella quale mi capita di riuscire ad uscire e poi di ritrovarmici dentro senza soluzione alcuna.
Sballottata di qua e di là, chiedendo a gran voce, se possano non invadere più i miei pensieri.
E invece no, mi sembra di sentire tutte le loro voci che continuano a chiamare il mio nome ripetute volte, in vari modi, alcune persone chiamano il mio nome in modo dolce, altri con tono deluso, altri con tono arrabbiato, e tante altre emozioni contrastanti tra di loro, e continuano di continuo a chiamarmi senza smettere mai, il problema che mi ferisce a volte, anzi, sempre, è proprio questo,
ovvero il fatto che ricordo davvero moltissime cose, anche un particolare che nessuno nota.
Ma la mia difficoltà è che spesso, dimentico le loro voci, e questo mi fa un male che qualunque parole io scriva ora, non risulterebbe sensata a confronto. Perché infatti, tra le voci che sento, alcune sono molto chiare, le ricordo molto bene, altre sembrano una rielaborazione di quello che dovrebbe essere la vera voce di queste persone, che però come ho già spiegato, non ricordo.
Dimenticare le voci, è una delle cose che mi fa più male, perché quasi spesso, è una delle primissime cose che apprezzo delle persone.
E dimenticare le voci, nella mia testa si trasforma in qualcosa di drastico tipo:
dimenticare le voci= dimenticare loro.
Ed io non voglio dimenticare le persone.
Io non voglio dimenticare niente.
Soprattutto perché le tengo sempre e comunque al sicuro in questa mia scatola magica, nella quale vado a far visita, appunto per non dimenticar. Molte volte mi capita di vedere le loro mani uscire da questa scatola, come se volessero essere strette e ogni tanto lo faccio, le stringo, per sentirle ancora vicino a me.
Oltre modo mi capita di immaginare che alcune di queste persone, facciano un giro del mondo e poi tornino da me, e penso che alcune invece ci mettano un po’ più tempo di altre o che magari decidano di sostare prima di riprendere il giro del mondo per poi tornare.
Poi penso a quelle persone che invece non stanno facendo nessun giro del mondo 
e che quindi non torneranno mai.
Mi dico sempre che se non fosse per questi stravolgimenti climatici e cardiaci,
forse starei più bene, sarei più normale, e invece penso che probabilmente non sarei normale comunque.
Io lo chiamo strappo, è come quando strappi un fiore dal prato, ma afferrandolo non lo si strappa dalla radice, ma dal gambo, dividendolo a metà, consapevole del fatto che poi il fiore, morirà.
Ecco come mi sento

credits 

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