Terremoti della porta accanto: servono regole di convivenza

“L’Italia ancora non ha ancora interiorizzato la cultura del terremoto.” Così si legge all’interno della mostra Terremoti, al Museo di Storia Naturale di Milano fino al 30 aprile 2017. Tra onde sismiche, placche tettoniche, faglie e subduzione, questa grande istituzione milanese si impegna a raccontare al grande pubblico cosa succede quando la terra trema, perché la nostra sopravvivenza ai terremoti dipende da quanto li conosciamo.

Il nostro Paese si trova in corrispondenza del confine tra due placche tettoniche. Molto lentamente viene spinto contro l’Europa dal continente africano, che si muove inesorabile verso nord. Per questo, insieme ad altri Paesi del Mediterraneo, quali la Grecia, la Turchia e gli stati balcanici, la nostra penisola è soggetta ad un elevato rischio sismico. Ogni anno in Italia si registrano fino a 2500 terremoti di magnitudo superiore a 2,5 della scala Richter.

Disallineamento dei blocchi delle colonne del tempio di Efesto nell’Agorà di Atene, dovuto ai sismi. Fonte

Nonostante gli avvertimenti dei sismologi, e le tragiche notizie che frequentemente giungono da varie regioni, ancora gli italiani convivono con i terremoti “da separati in casa”. Niente a che vedere con le politiche di prevenzione attuate in altri Paesi, quale il Giappone, che si trova lungo il confine tra la placca asiatica e la placca pacifica, noto come Cintura di Fuoco. Basti pensare che nel Paese del Sol Levante, tra i diversi accorgimenti per uscire incolumi da un sisma, ogni bambino porta sempre nello zainetto un cappuccio per ripararsi dai calcinacci.

Chiesa di San Giovanni di Malta distrutta dal sisma di Messina del 1908. Fonte

A confermare la nostra fama di Paese dei paradossi, il primo edificio antisismico fu costruito a Ferrara nel 1570.

Si calcola che in Italia nell’arco di un secolo avvengano almeno dieci terremoti distruttivi, e letali. La mostra ci ricorda che la nostra storia recente è costellata di date lapidarie, come Vulture 1815, Avezzano 1915, Friuli 1976, Irpinia 1980, L’Aquila 2009, Emilia 2012, Amatrice 2016… e molte altre, non meno importanti. Caso emblematico è stato il terremoto, seguito da un maremoto, che colpì lo stretto di Messina nel 1908. La scossa durò 37 secondi, provocò 100.000 vittime e fu classificata del 10° grado della Scala Mercalli (completamente distruttiva, all’epoca ancora non si usava la scala Richter…).

Il terremoto è energia della Terra che si sprigiona, ed è sintomo che il Pianeta è vivo, e in continua evoluzione. La sua potenza è quasi divina, e come tale è spesso incomprensibile. Le onde sismiche sono sfruttate dai geologi per studiare la struttura interna della Terra, per svelare i segreti che tutt’oggi nasconde nelle sue profondità. Conosciamo infatti meglio la superficie marziana della struttura interna del nostro Pianeta.

Credits immagini: Copertina

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