La fotografia imperfetta di Julia Margaret Cameron

Tutto ciò’ che mette in gioco la creatività individuale, e non, è sicuramente da definirsi arte. C’è chi considera la tecnica prerogativa di quest’ultima, chi invece la taglia completamente fuori.

Julia Margaret Cameron

Pittura, scultura, fotografia possono essere realizzati con parametri e caratteristiche esteticamente e formalmente perfette.

Ma qual è il fine ultimo se non quello di emozionare?

Il sentimento non è forse il punto di partenza dell’artista, e anche il mezzo di fruizione per arrivare al pubblico?

L’errore, l’eccezione possono, o meglio, devono essere elementi che contraddistinguono un artista che riconosce le regole, ma le oltrepassa, imponendone implicitamente delle altre.

C’è chi considera tutto ciò’ in un’accezione negativa, chi, invece, fa di tutto questo un punto di forza.

Julia Margaret Cameron

Nel mondo della fotografia dove la messa a fuoco, la precisione, la mano ferma, sono sicuramente punti di notevole importanza, ma esistono realtà che si proiettino in una dimensione diametralmente opposta.

Nello specifico è il caso di Julia Margaret Cameron.

Nata a Calcutta 11 Giugno 1815, si fa notare per uno stile e una personalità fortemente bizzarra e insolita per i suoi tempi.

Un’irrequietezza  d’animo che la contraddistingue e la avvicina  alla fotografia, essa diventa mezzo di evasione dalla banalità del quotidiano e dell’abitudine. Donna amabile di grande carisma, poco capita dai suoi contemporanei, Julia Margaret Cameron  si serve della fotografia per esprimere un proprio punto di vista, una propria visione del mondo che è tutt’altro che idilliaca; L’artista non va, infatti, alla ricerca di una perfezione formale, ma le foto risultano sfocate; L’errore e l’imperfezione diventano elementi estetici.

Julia Margaret Cameron

I soggetti nelle sue foto sono personaggi malinconici, pensierosi avvolti da un’atmosfera soffusa.

Potremmo distinguere due filoni tematici: uno più’ realistico, prettamente legato alla realizzazione di ritratti, l’altro quello della “mise en scene” allegorico-simbolico, entrambi influenzati dal sognante “clima”  vittoriano.

Tra i personaggi che fotografo’ ce ne sono di noti come Charles Darwin, Alfred Lord Tennyson, Robert Browning, John Everett Millais, Wiliam Micheal Rossetti, Edward Burne-Johns, Ellen Terry e George Federic Watts.


FONTI

Studio dell’autrice

 

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