La nascita della letteratura italiana per l’infanzia

L’importanza della dimensione infantile viene scoperta solo nel Settecento, sotto la spinta della cultura illuminista. Il bambino non è più considerato come un uomo in miniatura, da accudire unicamente per assicurarsi forza lavoro tra i campi: si pensa finalmente all’infanzia come una dimensione con caratteristiche specifiche rispetto all’età adulta. Di estrema dolcezza è la raccolta in tre volumi intitolata Manoscritto per Teresa, composta da Pietro Verri nel 1781 e dedicata alla nascita, alla puerizia e all’adolescenza della figlia. Il Manoscritto, pur essendo caratterizzato da un atteggiamento razionalista e scientifico, è intriso di sentimentalismi; Verri registra minuziosamente i moti del proprio cuore, le gioie e le paure, delineando una linea familiare femminile.

Tuttavia, la vera storia della letteratura italiana per l’infanzia ha inizio con il Risorgimento, per poi ampliarsi nella stagione post-unitaria. In questa progressiva fioritura, è importante ricordare il ruolo delle riviste per l’infanzia come il Giornale dei fanciulli di Pietro Thouar. Ecco una panoramica dei primi libri per l’infanzia, che hanno creato una solida base sulla quale si poggia il sempre più fiorente mercato librario rivolto ai bambini. [separator]

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino

“C’era una volta…- Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno”. Tutti conoscono la storia del famoso burattino Pinocchio, nato dalla penna di Carlo Lorenzini, in arte Collodi, poi diventato protagonista di uno dei capolavori Disney. Le avventure di Pinocchio escono a puntate sul Giornale dei fanciulli nel 1880, ma l’enorme successo porta alla pubblicazione in volume nel 1883 a cura della Libreria Editrice Felice Paggi. Ciò che forse non tutti sanno è che Collodi contava di chiudere il libro con la morte di Pinocchio impiccato alla quercia, ma la rivolta dei lettori lo spinge a terminare la storia in modo diverso, come oggi la consociamo. Ecco che il pubblico diventa una spinta propulsiva, si trasforma in coautore. [separator]

Cuore

Dopo una gestazione travagliata, il 17 ottobre 1886 – data dell’inizio dell’anno scolastico – viene pubblicato il libro Cuore di Edmondo De Amicis dalla casa editrice milanese Treves. Il romanzo racconta le vicende di una classe durante un anno scolastico e l’uscita del libro è funzionale al pubblico di ragazzi che possono, in tal modo, identificarsi nei personaggi. Cuore si apre con una premessa, in cui si precisa il destinatario ideale: i ragazzi tra i nove e i tredici anni che sanno leggere, che costituiscono una nuova fascia di pubblico. De Amicis, inoltre, per accreditare la veridicità dei fatti, sostiene di aver trovato la storia su un quaderno di un bambino e di averla riscritta, una sorta di “manoscritto ritrovato” alla Manzoni. Nonostante il  successo di Cuore sia stato enorme, la critica ne ha sottolineato il carattere eccessivamente patetico e lacrimevole. [separator]

Ciondolino

A diventar formicola mi par d’essere diventato un grand’uomo!”.  È questo il motore principale di Ciondolino, romanzo di Vamba pubblicato nel 1895, la cui storia racconta le vicende di un bambino che vede realizzarsi il suo più grande desiderio: diventare formica per evitare di andare a scuola e dover studiare latino. Trasformato in formica, Ciondolino vive tra i suoi simili nel formicaio, scopre la vita della formica operaia, la violenza che regola il mondo degli insetti, ma anche una dimensione sociale.  Attraverso diverse peripezie Ciondolino torna bambino ma con una nuova consapevolezza, si è reso conto che è necessario avere regole e un codice di valori comportamentali a cui conformarsi. Emerge qui la volontà dell’autore di “fare gli italiani dopo aver fatto l’Italia” e, non a caso, i destinatari sono proprio i bambini, che avrebbero gestito il Paese in futuro.[separator]

Scurpiddu

Scurpiddu, il racconto illustrato per ragazzi di Luigi Capuana, esce nel 1898 e narra la storia di Mommo – soprannominato Scurpiddu per la sua bassa statura – un ragazzino orfano di padre, abbandonato dalla madre e maltrattato dal datore di lavoro. Pur vivendo in un paese immobile, Scurpiddu si rende conto che qualcosa si sta muovendo e il suo sogno è quello di intraprendere la carriera militare. Così, dopo mille peripezie, il romanzo si chiude proprio con il protagonista che realizza il suo desiderio e viaggia per l’Italia unita assieme all’esercito. Per la critica, Scurpiddu è stato il romanzo per ragazzi più riuscito dell’epoca, tanto che fu raccomandato alle scuole dal Ministro dell’Istruzione.[separator]

Il giornalino di Gian Burrasca

Dopo essere stato pubblicato a puntate sul Giornale della domenica nel 1907, Il giornalino di Gian Burrasca di Vamba esce in edizione nel 1911. Si parte subito con una data istituzionale per la storia d’Italia, il protagonista infatti è nato il 20 marzo, giorno dell’ingresso delle truppe italiane a Roma. Il personaggio è ben riuscito, ha una vocazione innata al disastro, comico e tragicomico, combinando guai anche senza volerlo. Vamba non usa il meccanismo del manoscritto ritrovato, anzi, succede proprio il contrario poiché, nella finzione, il lettore ha tra le mani il diario privato del protagonista, denso di annotazioni e disegni. Il risultato non può che essere suggestivo, tutto è descritto dal punto di vista del protagonista e i valori morali emergono per contrasto con la comicità che caratterizza l’intera storia.[separator]

 

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