Le bufale dell’odio e le risposte dei media

di Claudia Galeano 

La notizia aveva destato un notevole scalpore, sull’onda di una vicenda simile del capodanno 2016. Era stata la Bild a dare notizia, lo scorso 6 febbraio, di violenze sessuali su un gruppo di ragazze tedesche, da parte di un folto gruppo di immigrati. Le prime ricostruzioni avevano portato sui giornali la vicenda di un gruppo di 50 migranti che la notte di capodanno si sarebbero raccolti nel centro della città tedesca, per poi entrare in un bar e violentare un gruppo di donne. Bild, il più importante giornale tedesco, aveva corredato l’articolo con un’intervista alla titolare del locale, che raccontava l’episodio.

A concedere interviste ai media era poi stata la donna che aveva sporto denuncia, Irina A., che sosteneva di essere stata vittima, con altre, di “almeno 50 uomini dall’aspetto arabo o nord africano” nella notte di San Silvestro 2017, nel corso dei festeggiamenti per l’anno nuovo.

La notizia perfetta per rinfocolare la paura e l’odio, per questo ripresa da tutti i social media, corredata da una miriade di commenti rabbiosi.
Nel frattempo però le indagini di polizia hanno fatto il loro corso, interrogando testimoni e clienti abituali. Un’indagine attenta e dettagliata che ha portato alla necessità di una comunicazione tramite una nota, resa pubblica lo scorso 14 febbraio, che deve aver stupito molti.
La conclusione delle indagini ha accertato nulla di quanto raccontato ha avuto luogo. Non solo: la nota afferma che: “la donna che ha rilasciato l’intervista, quella sera non si trovava neppure in città”.

 

Un caso non così raro di accuse nei confronti dello straniero. È di pochi giorni fa l’accusa di una sedicenne lombarda rivolta a “due nordafricani di circa 25 anni” che l’avrebbero picchiata e violentata nei pressi di Abbiategrasso, sulla tratta Milano-Mortara. Un attacco rivelatosi completamente infondato.
Le forze dell’ordine hanno però dimostrato, in entrambi i casi, la propria professionalità.
A sorprendere, però, e a differenziare i due casi, è stata la reazione dei media. Se nel caso italiano i giornali si sono limitati a riportare la notizia, la Bild ha fatto di più. Sulle proprie pagine ha infatti ospitato un articolo di scuse:


La Redazione di Bil si scusa per questa notizia inesatta e infondata, ma soprattutto per le accuse contro gli interessati. La segnalazione non corrisponde in alcun modo alle norme giornalistiche di Bild

Queste sono state le parole scelte dai redattori. Una lezione di deontologia professionale non comune da tenere presente per molti colleghi e per chi si avvicini alla professione.

Fonti: scuse Bild, dichiarazioni testimone, caso Milano

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