La colomba e il rospo: il folle amore di Frida Kahlo e Diego Rivera

Amore dal sanscrito karma: desiderio, attrazione, passione.

Il rospo e la colomba

L’intera condizione umana ruota intorno a questi sentimenti, che portano inevitabilmente l’individuo, almeno una volta nella vita, a perdersi nell’altro, un me e te che diventa noi.
Limiti,  paure,  gioie e dolori si fondano in un una dedizione nei confronti della persona amata quasi esclusiva, una dipendenza talvolta che annebbia, offusca,  annichilisce la propria essenza. Inclinazione nei confronti di qualcuno che da un niente diventa il proprio tutto, intorno al quale ruota il proprio mondo. Amore passione, amore gioia, amore dolore. Sentimento rigeneratore. Un’esistenza senza amore è opaca, piatta, l’uomo che non ama vive inconsapevolmente la propria vita come un sonnambulo, priva di scopi e autenticità. L’esperienza amorosa mette a nudo le anime, che si incontrano, giocano e si accarezzano mostrando i tarli della propria interiorità e fondendoli insieme.

Varie e numerose sono le storie d’amore che vedono protagonisti gli artisti di tutte le epoche, dove l’arte diventa luogo di condivisione e mezzo di costruzione di una dimensione parallela a quella reale. Un esempio ne è la più che nota storia d’amore tra Frida Kahlo e Diego Rivera.

Frida Kahlo come Tehuana

Frida Kahlo, famosa pittrice messicana, conobbe Diego Rivera, dopo che, a causa di un terribile incidente stradale,  fu costretta a rimanere mesi a letto, durante i quali si approcciò alla pittura ritraendo se stessa e il suo mondo. Frida decise di sottoporre al giudizio di Diego, illustre pittore dell’epoca, le sue opere per averne una sua critica. L’artista apprezzo’ particolarmente lo stile di Frida e tra i due scoppiò un amore folle e incondizionato non privo pero’ di sofferenze. Si sposarono nel 1929, ma  non concepivano il rapporto in maniera esclusiva e monogama, tanto che entrambi avevano rapporti extra coniugali, nel caso di Frida anche omosessuali. Per l’artista l’amore era una propensione, una pulsione, un desiderio che doveva essere soddisfatto in un momento che, nella sua singolarità,  portava all’abbandono l’uno nell’altro senza regole o preconcetti di alcun tipo, tanto meno sessuali. Per Frida, pero’, Diego era il proprio chiodo fisso, era la parte mancante, il quid in più che fa la differenza.

Diego. Inizio. Diego. Costruttore. Diego. Mio ragazzo. Diego. Mio sposo. Diego. Pittore. Diego. Mio amante. Diego. Mio marito. Diego.Mio amico. Diego. Padre. Diego. Mia madre. Diego. Mio figlio. Diego. Io. Diego. Universo. Diversità nell’unità. Perché lo chiamo mio Diego? Non lo è mai stato , e non lo sarà mai. Egli appartiene solo a se stesso“.

I due dopo un breve periodo trascorso in America torneranno in Messico e vivranno in case separate per riservarsi i propri spazi da artista. Nel 1939,  pero’, divorzieranno a causa del tradimento di Rivera con la sorella di Frida , Cristina, che aveva posato per lui come modella. Quello fu un duro colpo che portò Frida a una tormentata condizione, che oscillava tra la profonda delusione di un tradimento cosi’ grande, e un amore incontenibile, esagerato, che diventa quasi un’ossessione; tanto che deciderà di perdonarlo e si risposeranno nel 1940. “Più mi tradisci,  più ti amo“, diceva lei , e dal canto suo Rivera, se pur debole al fascino femminile, non poteva fare a meno della sua Frida, che nonostante tutto costituiva il proprio anello di connessione al suo mondo, la sua persona. Entrambi, rispettivamente, furono soggetti di opere e scritti l’uno dell’altra, nelle quali  questo dolce struggente sentimento che consuma, diventa linfa vitale e motore della propria vita, della propria arte.


 

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