Russia, la violenza domestica è un reato minore

di Ettore Gasparri

380 voti a favore. Solo 3 contrari. L’approvazione della legge potrebbe essere considerata quasi unanime. Ma il parlamento russo non ha votato in favore di una legge che tuteli le classi più deboli o una qualche manovra economica. Bensì si è pronunciato su una depenalizzazione della violenza domestica.

 

Va detto che ora la legge, votata il 27 gennaio, dovrà superare il senato e dovrà poi essere sottoscritta dal presidente Putin prima di entrare ufficialmente nel corpo di leggi, ma l’approvazione del disegno di legge è già significativa di per  sé. Questo voto si carica poi di ancor più significati simbolici se si pensa che la proposta arriva da una deputata, Yelena Mizulina, e se si analizzano le motivazioni che hanno spinto quasi l’intera Duma a votare sì. “Le pene per i reati non dovrebbero essere in contraddizione con il sistema di valori della società. Nella cultura tradizionale russa, le relazioni padre-figlio sono costruite in base all’autorità dei genitori. Le leggi dovrebbero sostenere queste tradizione famigliari”. Questo è quanto sostiene la deputata che ha proposto la legge. Come a dire che se una tradizione esiste questa può anche essere retrograda, bigotta, e basata su un concetto famigliare di qualche secolo fa, ma va comunque rispettata. Come se in Italia si ristabilisse da un giorno all’altro lo sconto di pena per il delitto d’onore.

 

In sostanza con questa legge la violenza domestica viene declassata a reato amministrativo per cui chi dovesse essere giudicato colpevole sarà condannato ad una multa pari a 500 dollari, o tutt’al più verrà condannato a servizi socialmente utili in una comunità. Solo nel caso in cui il reato venisse compiuto più volte il colpevole sarebbe passibile di una condanna penale come la detenzione. Lo scenario è ancora più agghiacciante tenendo conto del numero delle vittime di questo reato. Secondo alcune stime sono infatti circa 600 mila le donne che subiscono abusi, verbali o fisici, in Russia e sono 14 mila le donne che perdono la vita in episodi di violenza domestica ogni anno. Un numero che significa 40 vittime al giorno.

 

Questo disegno di legge spinge quindi il paese di Putin ancor più verso quell’insieme di Stati che non riescono, e non vogliono,  garantire i più fondamentali diritti umani ai propri cittadini. Confermando come la Russia seppur progredendo sotto il punto di vista economico, e quello dei rapporti politici con i paesi europei, non abbia ancora nemmeno lontanamente acquisito la cultura occidentale.

 

Fonti: TPI foto1 foto2 foto3

 

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