Il malinconico erotismo di Egon Schiele

Egon Schiele nasce a Vienna nel 1890, allievo di Gustave Klimt,è uno dei più grandi esponenti dell’espressionismo.

Noto per essere irrequieto e turbolento, indaga intimamente la propria tormentata e febbrile anima. Inquietudine, paura, eccesso si mescolano creando un’inevitabile provocazione nei confronti delle convenzioni civili, di ciò che si deve o non si deve fare, di ciò che è lecito o no vedere. Esso, mette allo scoperto il proprio mondo interiore , libera il suo tormentato inconscio, questo senso di inconsistenza che caratterizza l’animo umano.

I corpi di Egon Schiele

Un erotismo portato agli estremi. Forte, violento,eccessivo. La perversione fa parte della natura e lui non ha remore nel rappresentarla. Mette su tela le turbe dell’uomo senza mezzi termini, siamo quello che viviamo, siamo quello che sentiamo. Il corpo sia maschile che femminile è un’ossessione, i soggetti sono avvinghiati, intrecciati in un modo che è quasi difficile capire dove inizia uno e finisce l’altro. Corpi mutilati, stanchi, imbruttiti tutto è permeato da un senso di caotico fascino.

Emblematica è l’opera L’abbraccio, realizzata nel 1917, rappresenta due amanti che si abbandonano all’ultimo atto d’amore, mentre fuori dal loro nido si svolge la Grande Guerra. Quello che sembra essere un momento di estrema dolcezza, in realtà, trapela profonda disperazione data dalla consapevolezza che sarà l’ultima volta. Linee nevrotiche e ossessive rappresentano il corpo di lui che si lascia andare su quello della sua amata, porto sicuro ma provvisorio, preludio di quel terribile mai più.

l’erotismo secondo Egon Schiele

L’intera produzione dell’autore si può quindi racchiudere nelle parole di Hermann Bahr relativamente all’espressionismo:

“Mai vi fu epoca più sconvolta dalla disperazione, dall’orrore della morte. mai più sepolcrale silenzio ha regnato sul mondo. Mai l’uomo è stato più piccolo. Mai è stato più inquieto. Mai la gioia è stata più assente e la libertà più morta. Ed ecco urlare la disperazione: l’uomo chiede urlando la sua anima, un solo grido d’angoscia sale dal nostro tempo. Anche l’arte urla nelle tenebre, chiama al soccorso, invoca lo spirito: è l’espressionismo.”


 

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