UN APPARTAMENTO, DUE CONIUGI, NOVE GATTI E OLTRE DUEMILA OPERE

Interno Casa-Museo

L’amore e la passione per l’arte è ciò che lega i due coniugi Antonio e Marieda e la realizzazione della loro casa-museo Boschi Di Stefano.

Antonio e Marieda si incontrano nel 1926 durante una vacanza in Valsesia e dal quel giorno non si lasciano più. Lui, ingegnere tecnico, era amante della musica e suonava il violino. Lei eredita la passione per l’arte dal padre Francesco, collezionista di opere del Novecento sarfattiano.
Nel 1927 il matrimonio dà inizio a una storia fatta di amore, passioni e di un’ossessione, una sana e bella ossessione artistica.
Sarà il padre di Marieda, Francesco, a commissionare a Piero Portaluppi, architetto milanese del tempo, un palazzo di famiglia di ben cinque piani, un piano per ogni figlio.

Interno Casa-Museo
Interno Casa-Museo

Il secondo piano di quella palazzina, in via Giorgio Jan n.15, divenne così la loro casa e il luogo dei loro interessi. Compravano quadri, sculture, suppellettili, disegni, … e nel giro di pochi anni l’appartamento fu sommerso da opere d’arte: pareti, finestre, mobili.. non un angolo libero. Un continuo comprare e picchiettare muri!
Collezionarono più di duemila opere e a fatica si immagina come potessero starci in un solo appartamento loro due, le opere e ben nove gatti.

La morte di Marieda nel 1968 lascia un vuoto nel cuore di Antonio e nel loro piccolo museo.
Quella collezione di opere di artisti del momento come Martini, Sironi, Morandi, Fontana, … non poteva appagare solo l’ossessione di uomo, doveva poter essere apprezzata da più persone. Era questo il loro grande progetto.
Nel 1974 dona al Comune di Milano una serie di opere e per l’occasione verrà inaugurato il Civico Museo di Arte Contemporanea.

Scorcio delle opere all’interno della Casa-Museo

Nelle sue ultime volontà, Antonio richiede al Comune di Milano di ricollocare alcune delle opere donate nell’appartamento di via Giorgio Jan. Nel 1998, dieci anni dopo dalla morte di Antonio, nasce la Fondazione Boschi Di Stefano.
Nel 2003 l’appartamento diventa una casa-museo. Nei luoghi abitativi sono esposte circa trecento opere, testimonianza della storia dell’arte italiana dal primo decennio del Novecento alla fine degli anni Sessanta.

Antonio descrive la collezione come “opera comune nel senso totale”, nata dall’ossessione di due innamorati e diventata patrimonio della città di Milano.


FONTI

Visita dell’autrice

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