Quinoa: in missione per conto degli Dei, contro l’insicurezza alimentare

Dopo aver dichiarato il 2013 “Anno Internazionale della Quinoa”, la FAO (Food and Agriculture Organisation) si è impegnata per diffondere il più possibile in tutto il mondo la coltivazione della Quinoa (Chenopodium quinoa Willd.), indicandola come una possibile via per affrontare il problema della food security. Il tema del miglioramento della sicurezza alimentare coinvolge oggi tutti i Paesi del mondo, sia quelli più svantaggiati, sia i più avanzati, dal momento che il degrado ambientale e il cambiamento climatico sono minacce globali che non risparmiano nessuno.

Gli Incas raccontano che questo grano andino fu dato loro in dono direttamente dagli Dei, migliaia di anni fa. I conquistadores ne proibirono la coltivazione e il consumo con pene severe, dato il suo forte legame con i riti religiosi indigeni. La riscoperta della Quinoa avvenne negli anni Settanta del Novecento, quando la NASA nell’ambito del progetto CELSS (Controlled Ecological Life Support System) la definì alimento ideale per supportare la vita degli astronauti durante i lunghi viaggi spaziali.

Le qualità nutritive della Quinoa – contiene tante proteine dall’alto valore biologico quanto la medesima quantità di carne di pollo – ne fanno un vero e proprio “cibo degli Dei”. Questa coltura ha però molte altre caratteristiche straordinarie che la rendono una risorsa preziosa nella lotta contro l’insicurezza alimentare in tutto il mondo. La Quinoa è coltivata in un areale, le Ande, caratterizzatao da forti dislivelli: nel corso dei secoli l’uomo ha selezionato migliaia di varietà che possono essere coltivate dal livello del mare fino ai 4000 metri di altitudine dell’Altiplano Boliviano.

Questo grano andino può dare una buona produzione con temperature che vanno da 2 a 38 °C, con livelli di salinità del suolo paragonabili a quello dell’acqua di mare, e in condizioni di estrema siccità.

La Quinoa ha quindi tutte le carte in regola per insediarsi ovunque le difficili e mutevoli condizioni ambientali rendono  impossibile la coltivazione di altre specie. La sua presenza concede del cibo nutriente e di qualità a quelle popolazioni che altrimenti, spinte dalla desertificazione o dalla salinificazione del suolo, sarebbero costrette ad emigrare. Sempre nuove esperienze di coltivazione della Quinoa fuori dal suo areale di origine si stanno moltiplicando con successo in molte parti del mondo, anche in Italia.

L’interesse degli agricoltori italiani verso questo super-food è stato alimentato in gran parte dai ricavi ottenibili dalla sua produzione. Spinto da una domanda crescente da parte dei consumatori, e da un’offerta del prodotto esigua e concentrata tra le vette di Peru e Bolivia, il prezzo mondiale della Quinoa è aumentato costantemente negli ultimi decenni, raggiungendo il livello record di circa 11,00 € al kg nel 2014. A titolo di paragone, il prezzo del mais (un altro nostro concittadino originario del continente americano) oscilla generalmente tra 0,15 e 0,20 € al kg. La Quinoa è però anche una possibile soluzione per il recupero delle terre marginali e il contrasto al degrado ambientale, da cui il nostro Paese non è essente.

Per determinare l’adattabilità della Quinoa alle condizioni ambientali delle nostre regioni sono ancora necessarie numerose prove ed esperienze, per valutare soprattutto il bisogno di concimazione della pianta, la sua difesa dai parassiti e la possibilità di meccanizzazione delle varie fasi della sua produzione. Una prova in campo svolta nel 2014 a San Giorgio Piacentino (PC) ha portato all’individuazione della prima interazione tra la Quinoa ed un piccolo insetto locale, il Nysius cymoides (Spinola 1837). Un gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Milano ha potuto così osservare una diffusa presenza dell’insetto sui panicoli quasi maturi della Quinoa, in particolare il suo stadio adulto in fase di accoppiamento. Non sono stati riscontrati danni alla produzione dovuti a N. cymoides, tuttavia la ricerca continua.

Per saperne di più: https://www.youtube.com/watch?v=sognr0WvItE

Credits:

Copertina: By Dider Gentilhomme (Fairtrade Labelling Organizations International) [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html), CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/) or CC BY 2.5 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.5)], via Wikimedia Commons

Immagine: By Maurice Chédel (Maurice Chédel) [Public domain], via Wikimedia Commons

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