“Split”: il nuovo incubo di M. Night Shyalaman

M. Night Shyalaman, maestro del thriller psicologico (è lui lo sceneggiatore e regista dell’ormai, grande classico, Il sesto senso), negli ultimi anni si era un po’ perso per strada. Dopo gli scivoloni di L’ultimo dominatore dell’aria (2010) e After Earth (2013), stroncati dalla critica di tutto il mondo, era tornato sugli schermi nel 2015 con un horror vecchia maniera, The Visit, un mix ben dosato di brividi e risate che lo ha riportato a pieno titolo alla sua precedente fama. Ma la prova del nove sarà Split.

L’ultima fatica di Shyalaman, infatti, è nelle sale italiane dal 26 gennaio, e segna il ritorno del regista alle origini, alle sue radici indipendenti, autofinanziandosi. Regista e sceneggiatore, Shyalaman torna ad affrontare i disturbi mentali, in Split. Letteralmente “dividere, spaccare”, il titolo fa riferimento a una malattia specifica, il disturbo dissociativo dell’identità (DDI o DID), detto anche disturbo di personalità multipla. James McAvoy, infatti, protagonista della storia, interpreta ben nove personaggi diversi, e abitano tutti lo stesso corpo, il suo.

Ma in cosa consiste esattamente questo disturbo? Il DDI si caratterizza per la presenza di due o più identità o stati di personalità distinti (ciascuno con i suoi modi di percepire, relazionarsi, e pensare nei confronti di se stesso e dell’ambiente). Almeno due di queste identità o stati di personalità assumono in modo ricorrente il controllo del comportamento della persona e ognuna di esse, quando presente, non ha assolutamente coscienza dell’altra. Insomma, una personalità non sa cosa sta facendo l’altra, e viceversa. È letteralmente, come se due o più persone abitassero, alternativamente, lo stesso corpo.

Kevin ne ha mostrate ben 23 – ognuna delle quali con una propria particolare fisicità – alla sua psichiatra di fiducia, la dottoressa Fletcher (l’attrice premiata col Tony Award Betty Buckley di E venne il giorno), ma una rimane ancora una nascosta, in attesa di materializzarsi e dominare tutte le altre. Il sistema con cui le personalità si alternavano e prendevano la luce, infatti, è andato in crisi e solo un ristretto numero di personalità è rimasto al comando.

Costretto da queste personalità più forti a rapire tre ragazze adolescenti guidate da Casey (Anya Taylor-Joy, The Witch), giovane molto attenta e ostinata, dal passato traumatico, Kevin inizia una guerra per la sopravvivenza sia nella sua mente – tra tutte le personalità che convivono in lui – che intorno a lui, mentre le barriere delle sue varie personalità cominciano ad andare in frantumi.

È un film oscuro ma di forte impatto visivo. Un film che parla delle persone spezzate, rotte, e di come in realtà i loro traumi li rendano più forti. È lo stesso tema affrontato, in modo diverso, anche nei suoi film precedenti, in particolare in Unbreakable – Il predestinato (film del 2000 con protagonisti Bruce Willis e Samuel L. Jackson). Inoltre un auto-refelenzialismo inserito alla fine del film ci lascia con un dubbio? Che questo fosse un sequel? Che sia il secondo film di una trilogia di cui non siamo a conoscenza? O forse, è solo un’evoluzione dei camei del regista? Non ci resta che attendere, e nel frattempo goderci lo spettacolo.


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