Omaggio a Bauman

Pochi giorni fa a Leeds, il 9 gennaio, all’età di 91 anni, è morto il sociologo Zygmunt Bauman, sociologo e filosofo noto per la sua analisi della società dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi.

Di origini polacche ed ebraiche, scampa alle persecuzioni naziste fuggendo con la sua famiglia in Unione Sovietica; tratterà da adulto il tema della Shoah, nel libro Modernity And The Holocaust, del 1989, e ne darà un’analisi per nulla ottimistica. Egli sostiene infatti che sia un avvenimento ripetibile, dovuto all’evoluzione della società verso la modernità, caratterizzata da efficienti regole economiche e burocratiche, che allontanano il pensiero e le emozioni dalle azioni. L’antisemitismo è stato la base di partenza, ma non sarebbe stato sufficiente per creare un’organizzazione tanto efficiente e spietata.

Più recentemente la sua ricerca sociologica si sposta verso l’analisi della società contemporanea, che lui descrive come società liquida. Utilizzando come metafora gli stati della materia, il sociologo paragona il comportamento dei liquidi, dove le molecole hanno legami variabili tra di loro, alla vita attuale, una società frenetica dove le esperienze e le relazioni personali continuano a formarsi e ricomporsi in modo diverso, senza dare mai sensazione di stabilità.

La globalizzazione ha infatti portato la società a confrontarsi con ideologie molto diverse e, dopo un rifiuto iniziale, le ha inglobate in se stessa. In questo modo le persone sono libere di scegliere la propria ideologia, ma la sicurezza data da un’ideologia ufficiale è venuta a mancare. Così anche il sentimento di comunità sta lentamente scomparendo, e l’individuo si trova solo, tra relazioni instabili e liquide.

Bauman nota come la nuova ideologia sembra invece essere diventata il consumo. L’identità delle persone è sempre più vicina al possesso di oggetti, senza i quali essi non si sentono accettati nella comunità. Attraverso l’acquisto, sempre meno guidato dalla necessità, l’uomo si omogeneizza a un ideale superiore che non ha scelto né approvato moralmente, ma che impone se stesso.

La morale stessa ha subito un cambiamento, dopo che il pensiero del Novecento ha fatto capire come sia impossibile che esistano verità assolute. La morale per Bauman si trasforma in donarsi all’altro, un’azione libera e personale, ma anche un irrazionale atto di fiducia, perché si diventa oggetto del potere dell’altro. Questo atto però crea un vincolo tra due persone, e componendo più vincoli si va formando la società.

Questo ricercatore ha lavorato strenuamente fino ai suoi ultimi giorni per comprendere la società e soprattutto per aiutarci a capire come non incorrere in errori apparentemente piacevoli – come il consumo – e riflettere su come migliorarla.


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