Quando la morte di un terrorista diventa una gara a chi le spara più grosse: la top 4 (+1) del day after

di Federico Lucrezi

Capita raramente che una notizia faccia felici tutti.

L’uccisione del killer di Berlino durante un controllo di polizia a Sesto San Giovanni è una di queste. Un’occasione imperdibile per aprire la bocca e parlare.

Quando l’accaduto è rimbalzato sui telegiornali di tutto il mondo rendendo noti i dettagli della vicenda in Italia è iniziato il festival delle dichiarazioni più surreali.

Nel circo di chi tira acqua al proprio mulino e di chi parla perché in queste occasioni sarebbe un peccato stare zitti, ecco le uscite più belle del day after dei fatti di Sesto San Giovanni.

 

Al quarto posto troviamo la polizia tedesca, che è un po’ come l’ultimo difensore che perde l’attaccante lasciandolo da solo davanti al portiere. Poi il portiere con un’uscita miracolosa riesce a parare e il difensore può tirare un sospiro di sollievo. Qualcuno è riuscito a fermare il terrorista prima che potesse colpire ancora. Che culo. E allora ringraziamo con un tweet e dai che questa volta ci è andata bene.

 

Sul gradino più basso del podio il nostro governo. Dalle parti di palazzo Chigi quasi non ci credono: non hanno fatto in tempo a insediarsi che hanno già catturato l’uomo più ricercato d’Europa. E allora tutti in conferenza stampa a esaltare servizi segreti e coordinamento delle forze di polizia. E poco importa che il killer di Berlino sia stato catturato per puro caso durante un controllo di routine di un agente in prova. Un applauso al governo. Bravoh.

Il ministro dell’Interno Marco Minniti

 

Medaglia d’argento per l’immancabile Saverio Tommasi, che in un primo momento pubblica un articolo in cui elogia i poliziotti per il lavoro svolto, poi dà un’occhiata al profilo Facebook di uno dei due e ci trova un post col faccione di Mussolini, che per lui è come la kryptonite. È una botta micidiale per il “Saverione” nazionale che va in cortocircuito e poi implode. Ne esce con una piroetta e un nuovo bellissimo post sulla sua pagina Facebook.

 

Primo posto, medaglia d’oro e bacio accademico per la stampa italiana, che dopo averci mostrato per anni i blitz della polizia antiterrorismo e antimafia con agenti rigorosamente a capo coperto per garantirne l’incolumità, decide per l’occasione di regalarci nomi, cognomi, foto, vita, morte e miracoli dei due poliziotti. Numero del citofono e taglia dei pantaloni al momento non sono ancora stati resi noti, ma confidiamo che nella prossima edizione di Studio Aperto potremo colmare anche questa lacuna. Per la gioia delle famiglie dei due agenti.

 

Infine, menzione d’onore per Anis Amri, il killer di Berlino. Riuscire a ordire un attacco terroristico nel cuore dell’Europa, fuggire, raggiungere illeso il confine, e venire poi ucciso nella ridente Sesto San Giovanni dopo aver provato a fingersi calabrese per giustificare la mancanza di documenti richiede parecchio talento. Chapeaux.

 

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