Dal carteggio al romanzo epistolare

Le caratteristiche del romanzo epistolare: narratore e tempo

Il romanzo epistolare è un romanzo formato da lettere che uno o più personaggi si scambiano. Questo genere restituisce al lettore diversi punti di vista di un dato avvenimento o situazione, usando uno stili diversi che tengono conto del livello culturale e sociale dello scrivente. La vicenda viene a snodarsi attraverso il fitto scambio epistolare trai i vari personaggi e, laddove i punti non sono particolarmente chiari, interviene quasi sempre l’autore per dare spiegazioni, per collegare le lettere o fare luce su aspetti che vengono solo accennati o che emergono in filigrana.

Nel romanzo epistolare i veri narratori sono le voci stesse che emergono dalle lettere. Un vero narratore onnisciente non esiste. Proprio perché i fatti narrati dipendono dal contenuto delle lettere, può capitare che alcuni di essi risultino al lettore sconosciuti o di difficile interpretazione. Nella maggior parte dei casi, l’autore perde il proprio ruolo per rivestire i panni di un regista che si limita a comporre e ordinare la propria opera. L’eclissi dell’autore non è reale, e il lettore lo sa bene, ma per tacito accordo, decide di credere alla finzione. Un racconto, dunque, non per forza vero ma verosimile con personaggi e situazioni non sempre reali ma plausibili.

Non vi è una rottura tra il tempo in cui accadono i fatti (tempo dell’azione) e il tempo in cui i fatti vengono narrati (tempo della narrazione), ma i due tempi coincidono perfettamente. Quasi sempre i personaggi raccontano la loro vicenda al presente e solo raramente parlano al passato o al futuro. La scrittura al presente e in prima persona è funzionale per il coinvolgimento del lettore che finisce per immedesimarsi e per rispondere in prima persona delle parole, dei gesti e perfino delle azioni del personaggi.

I primi romanzi epistolari

I primi tentativi di romanzo epistolare vanno ricercati già in epoca classica con le Heroides di Ovidio: 21 lettere d’amore che si immaginano scritte da famose eroine ai loro mariti. In età medievale, un tentativo è costituisco dalle Lettere di Abelardo ad Eloisa. In Italia il genere del romanzo si impose molto tardivamente rispetto agli altri paesi europei. Per quanto riguarda il romanzo epistolare, il primo vero e proprio tentativo si ebbe all’inizio del IX secolo con Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo. Il racconto si dipana al lettore attraverso le lettere che il protagonista, Jacopo Ortis scrive all’amico Lorenzo Alderani, che dopo il suicidio di Iacopo le avrebbe date alla stampa. Nella costruzione di questo primo romanzo epistolare Foscolo dà prova di aver letto un altro grande capolavoro del genere, I dolori del giovane Werther di Goethe: entrambi i protagonisti, Jacopo e Werther, contrappongono alle convenzioni borghesi la forza dei sentimenti ed entrambi vogliono morire per una donna che andrà in sposa ad un altro.

Le lettere hanno quasi sempre un destinatario. Il racconto, infatti, pur attingendo dalla sfera più intima e privata, non è e non vuole essere mai un monologo, ma richiede sempre una partecipazione attiva del lettore rispetto alla vicenda narrata. Si istaura, seppure in una forma particolare, un dialogo muto tra colui che scrive, il mittente dunque, e il destinatario che fa avvertire la sua presenza e di conseguenza limita lo sfogo interiore dello scrivente. La forma e lo stile della lettera, spesso privo di retorica e fortemente influenzato dall’io, rende il genere epistolare, e quindi anche il suo contenuto, essenzialmente genuino e veritiero. Anche se la lettera è la forma che più di ogni altra riesce a tenere insieme realtà e finzione. Pertanto, raramente ci sarà chi potrà dire che quello che sta leggendo sia il falso o il mero frutto della fantasia dell’autore.

 

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