Sogni infranti: il tragico volo del Chapecoense

28 novembre: l’ennesima tragedia aerea, stavolta nei cieli del Sud America. Sul volo Lama Airlines 71 vittime, tra queste anche alcuni giocatori del Chapecoense.

La tragedia del volo Lama Airlines

71 vittime tra i 77 passeggeri del volo Lama Airlines che si è schiantato vicino la città di Medellin in Colombia a causa di un problema con il carburante il 29 novembre. Dopo essere partito dall’aeroporto internazionale di San Paolo in Brasile, l’aereo ha fatto scalo in Bolivia e sarebbe dovuto arrivare a Medellin. Secondo quanto registrato nelle scatole nere, il velivolo è scomparso alle 21.30 e l’incidente è stato registrato alle 22.30 circa. Il comandante aveva chiesto alla torre di controllo di effettuare un atterraggio di emergenza, negato.

Alla tragedia partecipa anche la squadra brasiliana del Chapecoense, presente a bordo dell’aereo. La squadra avrebbe dovuto disputare la finale della Coppa Sudamericana, il campionato del Sud America equivalente all’Europa League, contro l’ Atletico National, ma il destino si è opposto. La squadra ha compiuto un cammino sensazionale: nel 2009 milita nella serie D brasiliana, nel 2014 sale in prima divisione e nel 2015 la prima partecipazione internazionale.  Un giovane club fondato nel 1973 nella piccola città di Chapecò, nello stato di Santa Catarina, nel sud del Brasile.

Sul volo ci sono 6 sopravvissuti, di cui 3 giocatori: il portiere Jackson Follman, a cui è stata successivamente amputata una gamba, il terzino sinistro Alan Ruschel, il difensore Helio Zampier Neto, la hostess Ximena Suarez, il tecnico di volo Erwin Tumiri e il giornalista Rafel Valmorbida Henzel. Tragedia umana in primis, ma anche tragedia calcistica: il sogno infranto di raggiungere la vetta e godersi il panorama una volta scalata la montagna, perché il Chapecoense aveva rincorso se stesso, superando i suoi stessi limiti e realizzando l’impossibile.

L’ottava squadra vittima di incidente aereo

L’allenatore della squadra, Caio Junior, nell’ultima intervista prima della finale aveva dichiarato: ” Se morissi oggi, morirei felice”, a testimonianza del suo orgoglio per il lavoro della squadra, la cui forza era sempre stato il collettivo. Questa squadra ha fatto sognare il Brasile intero, è stato il piccolo Leicester sudamericano, scontratosi, però, con la storia. Sono state emozionanti le manifestazioni di affetto e il cordoglio dei tifosi e del movimento calcistico mondiale.

Dopo il grande Torino, il Manchester United, il Green Cross, il Pakhtakor, l’Alianza Lima, il Colourful e la nazionale dello Zambia, il Chape è l’ottava squadra vittima di un incidente aereo dalle conseguenze catastrofiche. Echeggiano le voci, le grida di gioia, le esultanze, i video e le immagini postate sui vari social notwork dai giocatori prima della partenza: scene che commuovono, che mostrano la felicità e la fierezza di quei ragazzi. Perchè altro non erano: giovani tra i 20 e i 35 anni che inseguivano l’impresa e il coronamento della carriera, vittime però di un fato funesto. “Tornerò a giocare”: queste le parole del terzino Ruschel che infondono speranza. E’ una promessa per se stesso, ma soprattutto per la sua squadra.

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