“Las posadas mexicanas”

I cattolici italiani fanno il presepe, celebrano il luogo in cui il Bambino è nato, scaldato dal fiato del bue e dell’asino, coccolato da Maria, circondato da pecorelle e sorvegliato dall’arcangelo Gabriele appeso  alla capanna. La stella cometa finalmente si è fermata e la scena si costruisce ai suoi piedi: ogni presepe è diverso, originale, particolareggiato, ma il modello è sempre lo stesso. Arriveranno i Re Magi, si seguirà anche il loro viaggio. Nella tradizione cattolica si dà poca importanza al lungo percorso che Maria e Giuseppe intrapresero per arrivare alla capanna, al contrario in Messico il culto non si concentra sulla capanna.

Las posadas in Messico

La popolazione messicana, per il 90% cattolica, nel periodo natalizio ricorda il pellegrinaggio dei beati genitori. La tradizione è antica: nel 1580 San Juan de la Cruz istituì una novena per ricordare il viaggio; questa fu ripresa da Frà Diego de Sorìa e riproposta proprio nel periodo natalizio per soppiantare riti pagani di metà inverno.

Inizialmente le processioni si svolgevano nelle chiese, poi furono spostate all’aperto e intervallate da concerti e danze popolari. In quasi tutte le varianti le celebrazioni terminano col caratteristico gioco della Piñata: tale usanza prevede il colpire e rompere una pentola di terracotta, a volte a forma di una stella a sette punte, simbolo di espiazione dei 7 peccati capitali. La ricompensa consiste in frutta secca, giocattoli, dolciumi (probabilmente il peccato di gola è quello meno considerato dai messicani). Tutto ciò inizia il 16 dicembre, fino alla sera del 24, quando si aggiunge un’immagine di Gesù alla processione, per ricordare il momento della nascita. Alla fine l’effige viene posta nella chiesa, dove si celebra la messa. La  festa  continua tutta la notte: è una Vigilia di Natale atipica, diversa da quella italiana. Si canta, si balla per la strada e vengono consumati i corrispettivi di Panettone e Pandoro: i buñuelos (dolcetti fritti), accompagnati dai ponchos, bevande a base di rum e frutta.

La canzone e il culto agostiniano

Las posadas mexicanas sono alla base del culto agostiniano: essendo mendicanti, i seguaci di Sant’Agostino chiedevano ospitalità a case e conventi, tanto che a Città del Messico , ad Alcoman, a Zacatecas, ad Ayotlàn sono stati eretti importanti chiese cattoliche. Ecco il testo di una canzone tipica delle posadas, che si canta durante la processione. Le parole sarebbero quelle pronunciate da Giuseppe per domandare ospitalità agli abitanti del paese; egli chiede asilo per la sua sposa, ma la maggior parte delle persone dice che non c’è posto, dicono loro di provare più avanti (Aquí no es mesón, sigan adelante). Giuseppe risponde  che il  Dio dei Cieli  compenserà i caritatevoli, ma tutti  controbattono con cattiveria: non fatemi arrabbiare, o vi bastonerò! (Porque si me enfado los voy a apalear.) Disperato, Giuseppe confessa che essi saranno i futuri genitori del Verbo Divino: a quest’affermazione vengono ricevuti con cordialità (¿Eres tu Jose? Tu esposa es María? Entren, peregrinos ,No los conocía).

En nombre del cielo
os pido posada,
pues no puede andar
mi esposa amada.
Aquí no es mesón
sigan adelante,
yo no puedo abrir
no sea algun tunante.

No seas inhumano,
tennos caridad,
que el Dios de los cielos
te lo premiara.

Ya se pueden ir
y no molestar
Porque si me enfado
los voy a apalear.

Mi esposa es María
es Reina del Cielo
y madre va a ser
del Divino Verbo

¿Eres tu Jose?
Tu esposa es María?
Entren, peregrinos
No los conocía.

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