Amore universale, amore particolare

Questo breve scritto nasce in risposta ad una domanda di una ragazzina, che più tanto ragazzina non è. É bella, sveglia, avrà successo se si sentirà all’altezza dei propri sogni. Come ogni adolescente fa delle domande e da me vuole sapere d’amore.
“Esiste il grande amore, quello con la A maiuscola?” mi chiedi, Margherita. Senza troppi giri di parole, senza il cinismo di chi non sa amare, ti dico sì. Ma la mia risposta vuol essere complessa ed esaustiva, perché è questo che ti meriti. Cara Margherita, non dare ascolto a chi ti dice che l’amore dura tre anni (come lo scrittore Beidgeber, L’amour dure trois ans). Chi lo dice ti sta parlando di un amore particolare: il fine di questo amore è il possesso dell’oggetto amato, il controllo. Purtroppo la quasi totalità dei prodotti culturali ci parlano di questo.
In uno dei miei romanzi preferiti, Julien, scaricato dalla donna amata, arriva a tentare di ucciderla. Questo lo chiami amore?
Tu sgrani i tuoi occhietti castani e vivaci e mi guardi interdetta.
Qual è l’amore universale dunque?
Penso che un trattato psicologico, un mattone di mille pagine di filosofia e la Bibbia intera potrebbero darti una risposta completa. Non credo ti interesserebbero quanto la risposta sincera di una mamma insegnante ad una figlia studentessa: stiamo parlando di cose reali: l’amore è reale, l’amore è qualcosa che si prova, si sente con la pancia prima ancora che con il cervello.
Ho amato, e continuo ad amare, e queste vogliono essere le mie perle per te quest’oggi: l’amore è accoglienza, l’amore è superamento e realizzazione di sé, l’amore è essere senza veli.
Se ami un uomo, se lo ami davvero, mia piccola Margherita, allora proverai per lui compassione, cum pateo, dal latino, sento con. Vedrai in lui non solo il grande manager, salesman, artista, professore ma in primis una creatura. Lo amerai prima come una madre che ama il proprio figlio, la propria creatura, il proprio gioiello più caro. Nessun altro amore batte quello di una madre. E ciò che più amerai di lui saranno le sue fragilità, le parti morbide, quelle più dolci che la pletora non riesce a vedere, ma attenti occhi di madre sì.
Ti faccio un esempio: Edoardo è un giovane uomo, un maschio alfa che a tutti i costi deve dominare ogni tipo di relazione, prevaricare, avere l’ultima parola. Edoardo è solo una creatura presa a botte dalla vita che si sente in dovere di aggredire per non essere aggredito. Edoardo mi ha pianto in grembo balbettandomi per l’ennesima volta il suo motto “gli uomini non piangono”.
Amalo come una madre, mia piccola Maggy, questo è il primo dei segreti.
Il secondo è il superamento: non ho amato Edoardo perché mi limitava, mi soffocava, Anna non si superava.
Superamento di che cosa? Dei limiti che ci autoimponiamo per votarci all’infelicità. L’amore universale ti migliora, ti fa diventare più donna, più Margherita. Devo farti esempi concreti, a te piacciono i fatti oltre che le belle parole, e se più adulti condividessero le loro esperienze forse ci sarebbero meno di questi giovani d’oggi di cui ci lamentiamo.
Come sai non ho mangiato per diversi anni, pur avendo una fame che mi riempiva ogni membro del corpo come una malattia. La fame la senti dappertutto: nelle mani che devi frenare davanti ad una crostatina calda, nel cervello che non funziona se non lo nutri di zuccheri, nei denti che si scheggiano insieme alle unghie. L’amore mi ha portata ad assecondare questa fame: ho iniziato ad amare e ho ricominciato a mangiare.
E sai perché? Perché ho desiderato di nuovo essere me stessa come lo ero fino ai 12 anni: una ragazzina, ora una donna, affamata di vita e di grandi piatti di pasta. Ho desiderato essere donna, vedendolo ho desiderato essere madre. Senza veli. Chi è in grado di essere se stesso, senza condizionamenti sociali, chi conserva quella rarissima cosa che è la purezza del cuore? I bambini piccolissimi, le bestie e i matti. Queste tre categorie di creature vivono scevri dalle paure di non compiacere il prossimo, queste tre categorie di creature sono i semplici per antonomasia.
Mia cara Margherita, se riuscirai ad essere te stessa, spontanea e senza paura con un uomo vuol dire che è lui.
Se riuscirai ad essere goffa e dolce come sei con me senza per questo imbarazzarti della tua goffaggine ma amandola come qualcosa che ti caratterizza, avrai fatto centro. Ed ecco l’esempio di vita vissuta: io non riesco ad essere me stessa nel dolore, sono molto pudica, non voglio che nessuno mi asciughi le lacrime, peggio: sono talmente bloccata da non riuscire a piangere nemmeno in privato.
Lui mi ha fatta piangere.
Lui è la persona che vorrò accanto nel momento di estremo dolore e amore, sangue e lacrime dolciamare: le lacrime del travaglio, della nascita di un figlio.

 

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