Hayao Miyazaki e la musica: fiabe che sanno di sinestesia

Tutti, almeno una volta nella vita, si sono imbattuti nel favoloso mondo creato dal regista giapponese Hayao Miyazaki: come dimenticare capolavori come La Città Incantata, Ponyo sulla Scogliera, Il Castello Errante di Howl o Princess Mononoke? Nel mondo di Miyazaki, la sua genialità e la sua creatività sono tenute insieme da un attento (e specifico) utilizzo della colonna sonora.

Joe Hisaishi: il compositore di Miyazaki

Ciò che hanno in comune i film del regista giapponese non è soltanto  il suo estro e la sua matita (a ragione Miyazaki è soprannominato “Grande Vecchio delle Matite”), ma anche una combinazione tra immagini e musiche che rende magica ogni storia. Lo Studio Ghibli, volontariamente o meno, si propone come uno degli ultimi baluardi difensivi della sinestesia più concreta. Il braccio destro del Sensei Miyazaki nella realizzazione dei suoi capolavori è Joe Hisaishi (nome d’arte di Mamoru Fujisawa), compositore amante del jazz e grande estimatore della “musica colta” occidentale, che riesce a fondere in maniera sublime con l’entroterra musicale nipponico, attingendo sia dalla musica più vicina al folklore popolare, sia da quella più “alta”. È così che la sinestesia prende vita, attraverso l’incontro del pianoforte di Hisaishi e della matita di Miyazaki, che spesso decide di disegnare mentre ascolta le musiche create dal suo fedele collaboratore e compagno di avventura.

L’attenzione alla musica

La peculiarità dei lavori di Miyazaki risiede proprio nell’individuare, nel recepire e nel farsi completamente travolgere dall’anima che viene impressa alle pellicole attraverso i colori, la caratterizzazione dei personaggi e le colonne sonore. Queste non possono essere considerate come temi musicali a sé stanti, godendo di un’indipendenza totale nel loro modo di nascere e di svilupparsi. Le musiche sono i personaggi, sono i paesaggi che vengono disegnati dal regista, sono le situazioni e le dinamiche che si sviluppano e che devono essere affrontate e risolte all’interno di queste grandi avventure. Ogni film presenta i propri elementi di riconoscimento, ogni protagonista non è mai sovrapponibile o assimilabile ad un personaggio precedente, come ogni musica  è “ricamata” su misura per quell’ora e mezza o due di magia, una magia irripetibile e non più riproducibile.

Un film una musica

Così, in Ponyo sulla scogliera, Hisaishi crea temi musicali che rimandano alla fanciullezza ed alla leggerezza mai banale o innaturale con cui i bambini accettano le persone e le situazioni, anche le più assurde. Ne Il Castello Errante di Howl, le colonne sonore sono pensate per accompagnare ogni nuova dinamica all’interno della narrazione: si contrappone l’aspetto violento ed ineluttabile degli scontri che la guerra impone ad una melodia più dolce, in cui si vuole evidenziare il carattere mite ed allo stesso tempo determinato della protagonista. Nel capolavoro di Miyazaki, La città Incantata (vincitore tra l’altro del Premio Oscar come miglior film d’animazione nel 2003) ritroviamo molto del contributo che la musica orientale ha dato alla formazione di Hisaishi, contributo che è possibile riscontrare anche nel film Princess Mononoke. Le influenze provenienti dalla “musica colta” occidentale, invece, sono riscontrabili nel film Kiki Consegne a Domicilio, completamente immerso in un contesto tipicamente europeo (dall’abbigliamento, al cibo, all’architettura della città).

Fonti

Cineblog

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