This Is Us

This Is Us, in italiano letterale significa “questo siamo noi“. In americano, invece, è un’espressione gergale che si usa per indicare un momento, una situazione che identifica un gruppo di persone.

Titolo azzeccatissimo per questa serie tv fresca fresca (per ora è andata in onda fino all’ottava puntata, si prospettano due stagioni, per cui ci sarà da parlarne a lungo!) e innovativa. Innovativa perchè trasporta lo spettatore in un mondo familiare, caldo e accogliente. Fa vedere uno spaccato della vita quotidiana per quello che è realmente, senza fronzoli o storie d’amore infinite e strappalacrime. Mette in mostra situazioni che tutti noi potremmo vivere (o viviamo) e anzi ci fa sentire meno soli. Ci si riesce a immedesimare perfettamente, infatti è una serie tv creata ad hoc per far sorridere e piangere allo stesso tempo.

In America gli spettatori lo adorano proprio per questo mentre in Italia si può vedere solo in streaming; dato il grande successo, sicuramente grandi colossi come Netflix o Sky lo porteranno sui nostri schermi.

A questo punto sorge una domanda: ma era davvero necessario creare una serie tv su argomenti e situazioni vissute tutti i giorni dall’americano medio, spendendo soldi e impiegando un sacco di risorse?
La risposta è Sì, anche perchè questa serie va oltre la tv, andando a toccare anche le vite personali degli attori coinvolti e temi importanti per gli americani (come la ricerca del padre biologico, il Thanksgiving Day e l’obesità).

Prendo a esempio la situazione di Chrissy Metz, l’attrice che interpreta Kate. Le è stato chiesto, per il suo ruolo, di perdere peso in modo molto drastico (attualmente è molto in sovrappeso). Intervistata a riguardo, ha risposto che per gli autori, lo sceneggiato è “un’arma a doppio taglio”, un modo cioè per aiutarla a risolvere il suo problema pur restando una star di grandissimo successo. Sicuramente l’esempio di Kate nella serie porterà molte donne (e uomini) a rivalutare se stessi e prendere in mano la propria vita per trasformarla in meglio.

Tutti i protagonisti di questa serie, che si svolge in due tempi (prima Anni ’70 con i protagonisti bambini; poi giorni nostri con gli stessi da adulti) hanno qualcosa da dire e un messaggio da lanciare.

Per evitare spoiler, non vi diciamo nulla di più sulla trama; il pilot è fatto apposta per permettere allo spettatore di decidere se la serie vale 45 minuti di ogni nostro venerdì mattina o meno. Però guardatela, rifatevi gli occhi e godetevi una serenità e un mondo all’apparenza lontano perchè, alla fine, vi sentirete meglio.

Credits: ew.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.