American Horror Story 6, o a True Crime Story

Come esseri umani siamo visceralmente attratti dal macabro, dalla tragedia umana. Molto banalmente, è ciò che ci fa rallentare in strada per osservare la scena di un incidente. Le scenette comiche da pagliacci, dove i due personaggi fingono di picchiarsi e farsi male, sono la versione edulcorata per i più piccoli e se non sono clown del circo, sono video divertenti visti su Youtube.

Una volta per soddisfare questo bisogno intrinseco, la versione dark del circo erano i freak show e al posto di internet c’erano i penny dreadful (o all’americana i dime novel), brevi racconti a puntate caratterizzati dal basso costo, come suggerisce il nome, che dipingevano vividi racconti horror di scarsa qualità. Erano infatti contraddistinti da toni eccessivamente enfatici, banali e sgrammaticati.

Era l’epoca Vittoriana, il capitalismo e l’industrializzazione avevano permesso al proletariato di poter pagare per il proprio svago, il racconto seriale diventò di moda e i penny dreadful fu ciò che ottennero. Oggi giorno questo svago morboso viene soddisfatto da una vasta gamma di programmi tv che narrano di crimini realmente accaduti, con titoli che vanno da “24 ore per Morire” a “Uomini che uccidono le donne” a “Chi è l’assassino”. Ci sono addirittura interi canali dedicati che mandano in onda 24 ore al giorno storie di omicidi con interviste e scene ricreate da attori, uno di questi è Crime Investigation.

I racconti in stile True Crime sono sempre stati enormemente popolari tra il pubblico, l’abbiamo assodato. Tanto che pare piacciano non solo a quella parte della società a malapena istruita, ma anche ai più acculturati, oltre che a uomini e donne in pari misura.

E’ probabile quindi che, facendo zapping, siate capitati su uno di questi programmi; magari avete anche visto qualche episodio, ma fate attenzione, potreste imbattervi in American Horror Story Roanoke e non accorgervene. Sì, perché la nuova stagione è strutturata proprio così: un documentario paranormale intitolato My Roanoke Nightmare, che ricostruisce le esperienze di una coppia sposata appena trasferita a Roanoke Island, Carolina del Nord.

Le esperienze di Shelby e Matt Miller sono reinterpretate da attori, mentre loro raccontano la loro storia da uno studio. Dopo un assalto che ha messo Matt in ospedale per un certo periodo e ha causato l’aborto spontaneo di Shelby, la coppia si trasferisce da Los Angeles, California, in un’enorme casa coloniale a Roanoke Island, Carolina del Nord. Non appena la coppia si mette a proprio agio nella loro nuova casa, cominciano a verificarsi fatti piuttosto strani ed inquietanti, a metà tra sogno e realtà.

L’isola apparentemente tranquilla e pacifica, ha una storia turbolenta: nel 1585 fu la sede del secondo insediamento inglese in America del Nord, dopo quello di San Giovanni di Terranova (fondato nel 1583), la Colonia di Roanoke, appunto. Ma la decisione non si rivelò delle più felici, infatti la convivenza con le vicine tribù di nativi americani, per i coloni era impossibile. Temendo per la propria vita, convinsero il Governatore White a tornare in Inghilterra per descrivere la situazione disperata della colonia e chiedere aiuto.

White partì nel 1587, ma non riuscì a tornare prima dell’agosto 1890. Quando finalmente sbarcò, non trovò alcuna traccia dei coloni, né prove di un combattimento. L’intera colonia risultò smantellata, l’abbandono dell’isola fu effettuato senza fretta e non c’era traccia del segnale convenuto in caso di problemi (una croce di Malta). L’unica traccia lasciata fu la parola “CROATOAN” incisa in un palo di una recinzione. White interpretò il segnale come una indicazione dei coloni di essersi spostati sull’isola di Croatoan (diventata in seguito Hatteras), ma non fu in grado di verificare se la sua ipotesi fosse corretta: un forte temporale si stava avvicinando e i suoi uomini si rifiutarono di proseguire oltre.

Non si venne mai a sapere quale fu il destino dei coloni, tuttavia la logica dice che si siano integrati nelle popolazioni native, ma forse ciò che accadde non ha niente a che fare con la logica e tutto a che vedere con la paura. Staremo a vedere cosa ci porterà questa nuova stagione di American Horror Story.


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