Aveva ragione Oriana Fallaci. Sicuri?

Aveva ragione la Fallaci. Stop all’invasione. Non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani“. Spesso capita di imbattersi in questi che sono oramai diventati motivi ricorrenti al limite del cliché del web: aveva ragione Oriana Fallaci. Sì, ma su cosa? Gli strali della scrittrice e giornalista fiorentina, contenuti nel celeberrimo La rabbia e l’orgoglio contro una supposta invasione islamica dell’Europa e una presunta natura implicitamente violenta dell’Islam, l’hanno resa famosa in tutto il mondo. Ecco che a ogni nuovo attentato di matrice islamica, i suoi scritti sono evocati alla stregua di quelli di una moderna Cassandra, incompresa profetessa di sventura. Vediamo però quali sono i punti caldi della riflessione della Fallaci.

L’invasione islamica dell’Europa, ormai un cliché della discussione politica, si scontra con un dato: su 508 milioni di europei, 16 milioni sono musulmani. Più che un’invasione, una migrazione. Allora perché un’invasione ostile? A favorire questa percezione sono alcuni atteggiamenti di esponenti di comunità islamiche – opportunamente amplificati dai media – restii all’integrazione o peggio ancora ostili alla cultura del paese ospitante.

Così tutti i figli di Allah sono stati bollati come rappresentanti di una religione che odia l’Occidente, segretamente ne invidia lo stile di vita e complotta per distruggerlo. Se tra di loro esiste una maggioranza silenziosa e integrata, è vero che la mancanza di una risposta forte e univoca da parte della comunità musulmana italiana, frammentata e discorde al suo interno, ha permesso a questi individui, assecondati anche dai media in cerca di scoop, di presentarsi quali autorevoli esponenti di tale religione. Di qui una percezione alterata di un Islam mai integrato e tendenzialmente violento.

Le considerazioni sulla natura violenta dell’Islam si sono imposte a seguito degli attentati dell’11 settembre e si sono alimentate anche dei continui richiami al Corano da parte di leader terroristi quali Bin Laden, al-Zawahiri e al-Zarqawi nei loro videomessaggi di propaganda. Richiami che non ci si è mai premurati di comprendere se fossero genuina espressione della dottrina di una religione che conta più di un miliardo di fedeli. Se si prendesse la lettura proposta dal wahhabismo, cui i gruppi terroristi si richiamano, come l’interpretazione che tutti i musulmani danno al Corano, si dovrebbe quindi concludere che tutti i musulmani siano potenziali terroristi.

La loro minaccia sarebbe dunque pari se non peggiore – in termini numerici – di quel nazismo che la Fallaci evoca parlando di nazismo islamico. Questo però porta a sorvolare un punto cruciale: qual è il rapporto del mondo musulmano con la Scrittura, con il Corano? In che misura esso è interpretato e in che misura esso è strumentalizzato a diversi pro? La storia ci può essere in tal senso di aiuto. Una lettura secondo criteri discutibili della Bibbia non è stata forse la radice della condanna di Galileo Galilei, per cui la Chiesa stessa si è scusata? Il richiamo a passi della Genesi o del libro di Ezechiele non costituisce la base su cui tantiguerrieri di Dio, coloni ebrei e simili si stabiliscono nelle terre della Cisgiordania in nome della grande Israele e contro ogni ipotesi di coesistenza con uno stato palestinese?

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Tutto passa dal vagliare le nostre certezze su quello che sappiamo – o pensiamo di sapere – in maniera critica. L’Islam sta invadendo l’Europa. Che prove abbiamo? L’Islam è terrorista perché il Corano è violento. Lo abbiamo mai letto? Aveva ragione Oriana Fallaci. Sicuri?


Fonti

Oriana Fallaci. La rabbia e l’orgoglio, Rizzoli, 2001

Oriana Fallaci. Le radici dell’odio, Rizzoli, 2015.

Pew Research Center

Il Giornale

Centro Studi Francescani

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